C'è già chi parla di capolavoro per
Ready Player One di Steven Spielberg, in sala il 28 marzo con la
Warner Bros. E, probabilmente, non sbaglia, perché questa favola
virtuale, basata sull'omonimo bestseller di Ernest Cline con
citazioni di cinema e videogiochi, mentre racconta il futuro fa
una fotografia cruda del presente già viziato dalla compulsiva
dipendenza da cellulari, social e web.
Siamo nel 2045 e gli uomini hanno perso quasi tutto. Molti
vivono in baracche e hanno una sola consolazione: il mondo
parallelo e virtuale di Oasis. Artefice di questa realtà
digitale, l'eccentrico stagionato 'nerd' James Halliday (Mark
Rylance), uno Steve Jobs dei videogiochi tanto folle da aver
registrato, come memo, tutta la sua vita su video che ora sono
catalogati in uno sterminato archivio.
A seguito della morte di James Halliday, il mondo entra in
fibrillazione. Per sua volontà l'immensa fortuna della sua
industria andrà in dote a colui che per primo troverà un Easter
Egg nell'immenso software di Oasis.
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