Incipit sulfureo per un film in cui
si parla di un mondo malato, alla deriva, un mondo "del declino
e degli addii", così lo definisce uno dei giovani protagonisti
de L'ultima ora, thriller psicologico e politico di Sebastien
Marnier. Presentato a Venezia fuori concorso, il film, in sala
il 4 luglio con Teodora, mette in campo il lato oscuro di una
generazione ammantata sia dallo spirito dei Fridays for Future,
quello di Greta Thunberg, che da derive elitarie e suicidarie,
insomma una generazione senza futuro.
Inizio agghiacciante. In una scuola superiore, un professore
apre lentamente la finestra della sua classe piena di studenti e
si getta nel vuoto.
L'ultima ora, tratto dal romanzo omonimo di Christophe
Dufosse, pubblicato in Italia da Einaudi e con nel cast
Emmanuelle Bercot e Luàna Bajrami, spiega il regista: "avrei
voluto fosse il mio primo film, ma sono felice di averlo girato
solo molti anni piùtardi, quando la situazione politica e
ambientale in tutto il mondo si èfatta più preoccupante".
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