Lo scrittore che ci ha messo di
fronte alle grandezze e miserie della storia del Novecento, che
ha scelto la letteratura per ''dar voce a chi non ha voce''.
L'uomo dalle formidabili passioni, l'autore bestseller che si
sentiva "cittadino prima che scrittore". Luis Sepulveda è morto
oggi 16 aprile a Oviedo.E' stato proprio il Coronavirus, a
portarsi via l'autore de 'Il vecchio che leggeva romanzi
d'amore', pubblicato in Italia nel 1993, con cui aveva
conquistato la scena internazionale, e di 'Storia di una
gabbianella e di un gatto che le insegnò a volare', diventata un
film d'animazione per la regia Enzo D'Alo', che lo ha consacrato
come scrittore non solo per un pubblico adulto ma per tutte le
età.
Combattente, arrestato due volte e condannato all'esilio durante
la dittatura di Pinochet, nemico del neoliberismo, ecologista
convinto, Sepulveda, che aveva riottenuto la cittadinanza
cilena nel 2017, ha lottato contro l'invisibile nemico fino
all'ultimo all'Ospedale Universitario di Oviedo, nelle Asturie
dove viveva dal 1996, a Gijon, con la moglie Carmen Yáñez,
poetessa cilena e grande amore di una vita.
Lo scorso ottobre aveva compiuto 70 anni festeggiati a Milano in
un evento organizzato dalla sua casa editrice italiana, Guanda.
Innamorato dell'Italia dove le sue opere hanno superato
complessivamente gli otto milioni di copie e dove lettori e fan
lo hanno sempre ricambiato con incontri affollatissimi da un
pubblico di ogni età, vincitore del Premio Hemingway per la
Letteratura, del Premio Chiara alla carriera e insignito di una
Laurea Honoris Causa in Lettere dall'Università di Urbino, era
nato a Ovalle, in Cile, il 4 ottobre del 1949.
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