"Do atto al premier di aver
combattuto per portare a casa il risultato migliore, in queste
ore convulse abbiamo fatto il tifo per l'Italia. Con la stessa
onestà intellettuale ritengo abbia fatto degli errori
nell'impostazione della trattativa, quando ha dato per buoni i
500 miliardi di sussidi proposti da Merkel e Macron salvo poi
dirsi disponibile a una loro diminuzione in cambio di zero
condizionalità. È finita con meno sussidi e più condizionalità".
Lo afferma la leader di Fdi, Giorgia Meloni, in una intervista
al Messaggero e al Mattino.
"Sono le condizionalità a farci condividere questa
preoccupazione, Salvini lo dice a modo suo e magari tanti anche
nella maggioranza lo pensano ma non lo dicono: con il
super-freno di emergenza, Rutte e soci avranno buon gioco a
bloccare le riforme italiane che non dovessero piacergli. Non
voglio vivere in un'Italia a sovranità limitata, in cui si
decide a Bruxelles, Amsterdam o Berlino, cosa dobbiamo fare noi
con le pensioni o il lavoro degli italiani. Stesso motivo per
cui non vogliamo il Mes", conclude.
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