Per dipingere il blu del cielo e
anche del mare che fanno da sfondo al Trionfo di Galatea, nella
lussureggiante loggia di Villa Chigi, oggi conosciuta come Villa
Farnesina, a Roma, Raffaello aveva messo a punto un esperimento
unico ricreando in bottega il celeberrimo "blu egizio", il primo
colore artificiale della storia, il cui uso si era perso dopo la
fine dell'Impero romano, sostituito dal lapislazzuli. E' il
sorprendente risultato, anticipato in esclusiva all'ANSA, di una
ricerca sui materiali dell'affresco guidata dal professor
Antonio Sgamellotti, accademico dei Lincei , e condotta insieme
con ENEA, IRET-CNR, Laboratorio di Diagnostica per i Beni
Culturali di Spoleto, XGLab-Bruker.
E' la prima volta, sottolinea Sgamellotti, "che si ritrova in
un'opera di Raffaello questo pigmento, il cui uso per la
Galatea, non a caso un soggetto mitologico, può essere nato
proprio dagli studi e dal grande interesse dell'Urbinate per il
mondo antico".
Lo studio, eseguito per i 500 anni dalla morte del pittore,
sarà presentato in occasione della mostra "Raffaello in Villa
Farnesina. Galatea e Psiche", curata da Sgamellotti e da
Virginia Lapenta, che si terrà dal 6 ottobre al 6 gennaio 2021
nella residenza progettata da Baldassarre Peruzzi e decorata da
Raffaello insieme con tutti i grandi nomi della pittura
dell'epoca.
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