I numeri reali dei morti in Russia a
causa del Covid-19 potrebbero essere "fino a sei volte" più alti
di quanto dichiarato dalle autorità. A sostenerlo è Alexei
Raksha, demografo ed ex dipendente del Rosstat, l'istituto
nazionale di statistica russo. Secondo Raksha, infatti,
l'indicatore più preciso per valutare la situazione reale della
pandemia (in ogni Paese, ndr) è l'eccesso di mortalità.
Il termine si riferisce ad un aumento temporaneo della
mortalità in una popolazione rispetto a quella prevista sulla
base della media degli anni precedenti. Ebbene, in Russia
l'eccesso di mortalità è "in crescita dal maggio scorso".
Rosstat riferisce infatti che, stando ai risultati dei primi
nove mesi dell'anno, in Russia sono morte 1,45 milioni di
persone, ovvero 103 mila in più rispetto all'anno precedente. Ad
oggi, stando ai dati ufficiali, i morti per Covid in Russia sono
34.387. Ma,, secondo Raksha le regioni russe non riportano il
70-80% dei decessi associati al coronavirus e, stando alle sue
previsioni, nel migliore dei casi la Russia entro la fine
dell'anno avrà 250-260 mila morti in eccesso (e non esclude un
aumento fino a 300 mila morti).
Con tali dinamiche, la Russia, per Raksha, potrebbe diventare
uno dei primi Paesi al mondo per eccesso di mortalità. "Ora
abbiamo già superato gli Stati Uniti, l'Italia, la Francia, il
Belgio e, forse, la Gran Bretagna. Davanti c'è la Spagna, dove
c'è stata una prima ondata molto forte. Nel peggiore dei casi,
la supereremo", dice Raksha.
Secondo l'esperto, il problema principale è costituito dai
dati non corretti forniti dai vari enti e dipartimenti.
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