Con l'occupazione di due nuovi
teatri, il Théâtre du Nord a Lille (Francia settentrionale) e il
Théâtre de l'Union, a Limoges (sud-ovest), salgono a 10 i siti
occupati ormai dalla scorsa settimana da un movimento che
protesta contro la chiusura dei luoghi della cultura ormai da
oltre 4 mesi.
A Lille, il nuovo direttore del Théâtre du Nord, David Bobée, ha
dato il suo "pieno sostegno" alla mobilitazione, al fianco della
vicesindaca e assessora alla Cultura del Comune, Marie-Pierre
Bresson. Al movimento si sono uniti gli allievi della Scuola di
arte drammatica locale (Ecole du Nord). Nel teatro sono entrate
ieri, senza alcuna tensione, anzi ben accolte dal direttore, una
ventina di persone, tutti lavoratori dello spettacolo. Quindici
di loro sono rimaste anche la notte. L'occupazione durerà almeno
fino a domenica sera: "siamo nell'impossibilità di esercitare le
nostre attività", lamentano in un documento. Chiedono
"prospettive chiare di riapertura dei luoghi culturale e di vita
sociale", "un impegno immediato sulla proroga dell''anno bianco'
per tutti i precari dello spettacolo e il suo allargamento a
tutte le lavoratrici e i lavoratori precari".
L''anno bianco", annunciato lo scorso maggio dal presidente
Emmanuel Macron, corrisponde alla proroga dei diritti di
indennizzo per i periodi non lavorati fino al 31 agosto 2021.
A Limoges, come negli altri teatri occupati da giorni da un
movimento che si allarga a macchia d'olio in Francia, le
rivendicazioni sono simili. Con l'aggiunta della richiesta di
"rinuncia alla riforma della cassa integrazione", giudicata
"mortifera" dai lavoratori dello spettacolo.
A dare il via alla catena di azioni di protesta è stata, la
settimana scorsa, l'occupazione del teatro dell'Odéon a Parigi,
poi del teatro della Colline, due fra i più popolari della
capitale. Si è aggiunto poi il Teatro nazionale di Strasburgo,
il Théâtre Graslin a Nantes e il Théâtre de la Cité a Tolosa.
Azioni simili sono in corso a Niort, Pau, Châteauroux e
Besançon. Mercredi, la ministre de la Culture Roselyne Bachelot
ha criticato queste occupazioni, definendole "inutili" e
"pericolose". Ieri, il governo ha sbloccato ulteriori 20 milioni
di euro a sostegno del mondo della cultura.
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