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Vaccini: protesta a Sarajevo,fatto nulla per assicurare dosi

Vaccini

Vaccini: protesta a Sarajevo,fatto nulla per assicurare dosi

Dirigenza sott'accusa. Slogan della piazza: 'Lotta per la vita'

06 aprile 2021, 16:20

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(ANSAmed) - SARAJEVO, 06 APR - Circa duemila persone e centinaia di automobili hanno manifestato oggi nel centro di Sarajevo, con lo slogan "Lotta per la vita", chiedendo le dimissioni dei massimi dirigenti bosniaci che a tutt'oggi a loro dire non hanno fatto nulla per assicurare alla popolazione vaccini anti covid-19.
    Dopo aver sostato davanti al Parlamento, il corteo dei manifestanti si è fermato davanti alla sede del governo della Federazione (Fbh, entità a maggioranza croato musulmana di Bosnia), che non è cambiato dopo le elezioni del 2018 per mancanza di accordi tra le forze politiche. Sono stati scanditi slogan con la richiesta di dimissioni sia dell'intero governo centrale che dell'attuale esecutivo della Fbh, e in particolare del premier Fadil Novalic. Quest'ultimo è attualmente sotto processo per aver partecipato all'acquisto di 100 respiratori dalla Cina risultati mal funzionanti e che avrebbero causato il decesso di diversi pazienti.
    La mancanza di vaccini e lo scandalo respiratori hanno provocato forte malcontento popolare, soprattutto dopo la pubblicazione di un documento in cui un gruppo di medici di terapia intensiva avverte contro i respiratori in questione, usati nel Centro clinico di Sarajevo. Sebija Izetbegovic, direttrice del Centro clinico e moglie del leader dell'Sda (il maggior partito musulmano), afferma tuttavia che i respiratori funzionano correttamente. Nei giorni scorsi in Bosnia-Erzegovina,al pari degli altri Paesi dei Balcani occidentali, sono giunte le prime forniture di vaccino nell'ambito del programma internazionale Covax, per un totale di circa 50 mila dosi AstraZeneca e Pfizer-BioNTech. La Bosnia-Erzegovina ha circa 3,5 milioni di abitanti. Migliaia di cittadini bosniaci, macedoni, montenegrini, albanesi e kosovari hanno potuto vaccinarsi a Belgrado nell'ultimo fine settimana di marzo, grazie a forniture di vaccino messe a disposizione dei Paesi vicini dalla Serbia. (ANSAmed).
   

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