"Siamo vivi per miracolo, ci hanno
sparato a pallettoni, qui la cabina è piena di buchi". Giuseppe
Giacalone risponde via radio all'ANSA mentre è in navigazione in
direzione di Mazara del Vallo. Il motopesca 'Aliseo' arriverà in
porto domattina presto. Si emoziona quando ripensa al fatto che
lui è un "miracolato, perché soltanto Dio ci ha aiutato".
Davanti agli occhi i momenti terribili vissuti ieri: "Erano le
14 quando tutto è successo - racconta - mentre eravamo in
navigazione verso Nord-est ci ha raggiunto una motovedetta
libica e ha iniziato a sparare. I colpi ci hanno raggiunto e i
vetri della plancia sono andati in frantumi".
Il comandante ricostruisce quegli attimi convulsi, mentre i
militari libici sparavano ad altezza d'uomo per costringere
l'Aliseo a fermarsi. "E' stato un inferno. Io sono rimasto
ferito al braccio e anche alla testa perchè il finestrino della
cabina è andato in frantumi e le schegge di vetro mi hanno
colpito".
Poi Giuseppe Giacalone racconta che i militari a bordo
della motovedetta, non appena si sono resi conto del suo
ferimento, hanno cercato di giustificarsi: " 'perdono, perdono,
ora ti soccorriamo' ripetevano mentre la nostra imbarcazione
veniva sorvolata dall'elicottero della Marina Militare italiana
che è subito intervenuto in nostro soccorso".
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