Con le autorità tunisine sul tema
migratorio ci sono state "discussioni aperte, costruttive e
concrete" che porteranno all'elaborazione di un nuovo patto
delle migrazioni, inclusivo e integrato, che comprenderà anche
un sostegno economico al Paese nordafricano, in particolare per
i più giovani, che sono quelli che hanno maggiormente patito le
conseguenze dell'emergenza sanitaria. Lo ha detto la commissaria
Ue agli Affari interni Ylva Johansson a conclusione della sua
missione in Tunisia, presso la sede della Delegazione
dell'Unione europea a Tunisi, precisando che la "migrazione è
sempre esistita e sempre esisterà", ma va regolamentata.
Johansson, che ha incontrato a Tunisi anche alcuni
rappresentanti della società civile, ha spiegato che bisogna
aumentare il numero di persone che entrano e soggiornano in
maniera legale in Europa e diminuire quello di coloro che
entrano o vi risiedono illegalmente, ma le due cose sono
collegate. "Siamo pronti ad accettare più persone che entrano
legalmente in Europa, siamo pronti ad accettare rifugiati che
cercano protezione internazionale legale, ma coloro che non
hanno i requisiti per la protezione internazionale devono essere
riportati nei loro paesi d'origine", ha detto Johansson. Tale
patto comprende un lavoro di gruppo tra paesi europei e di
questi con i paesi dai quali provengono i migranti, e ovviamente
anche un nuovo meccanismo di ricollocazioni tra paesi membri
dell'Ue. Si tratta di adottare un approccio globale che da un
lato consenta di prevenire le "partenze pericolose" e dall'altro
possa sostenere la fragile economia tunisina. Anche per quanto
riguarda la Libia l'approccio da adottare è il medesimo, ha
detto la commissaria Ue, e i contatti con il nuovo governo
libico fanno ben sperare. A quanto appreso, la stessa Johansson
sarà nelle prossime settimane a Tripoli.
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