Cento anni dopo - tra il 29 ottobre
ed il 2 novembre prossimi - un 'Treno della memoria'
ripercorrerà il viaggio del convoglio speciale che nel 1921
portò da Aquileia a Roma la salma del Milite Ignoto, tumulata
poi il 4 novembre nel sacello dell'Altare della Patria, al
Vittoriano. Fu uno degli eventi unificanti della Nazione, con
oltre un milione di persone che accorsero a salutare il feretro
lungo le 120 tappe del viaggio. "Quest'anno rivivremo senza
alcuna retorica quel momento importante della nostra storia in
cui il Paese si ritrovò unito. Abbiamo bisogno di riconnettere i
fili dopo l'esperienza drammatica della pandemia. L'auspicio è
che il cammino del Treno sia condiviso da tanti italiani come
avvenne cento anni fa", ha detto il ministro della Difesa
Lorenzo Guerini, alla presentazione delle celebrazioni per il
centenario del Milite Ignoto, svoltasi nella Sala delle Bandiere
dell'Altare della Patria.
Presente anche la pronipote di Maria Bergamas, madre di
Antonio - disertore dell'esercito austriaco e volontario nelle
file italiane durante la seconda Guerra Mondiale, morto in
combattimento senza che il suo corpo fosse ritrovato - che fu
chiamata a scegliere tra undici identiche bare di legno in cui
erano state poste le spoglie di altrettanti caduti non
identificati della Grande Guerra quella che poi sarebbe stata
tumulata al Vittoriano. A casa, racconta Grazia Riccio
Bergamas, che ha un vago ricordo della bisnonna, morta nel 1953
quando lei aveva soltanto 2 anni, "si parlava poco di questa
vicenda. Penso perchè era stato un dolore talmente grande,
devastante. E credo che oggi occorra tornare a quei principi,
senza nessuna colorazione politica".
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