"O la finiamo in Europa con le
approvazioni all'unanimità o saremo sempre destinati ad essere i
servi degli altri: come si fa ad avere l'unanimità su tutte le
questioni più complesse? Già era difficile in sei, con 27 paesi
è inconcepibile". L'ha detto Romano Prodi, presidente della
Fondazione 'Per la collaborazione tra i popoli' ed ex presidente
dell'Unione europea, partecipando in collegamento al secondo
forum sul futuro dell'Europa "La metamorfosi di Europa",
incontro organizzato da "Taobuk", in corso a Taormina,
all'Universita di Messina.
Il dibattito s'incentra su "Vincitori e perdenti della grande
guerra pandemica: l'Europa all'incrocio tra Hamilton e la legge
di Murphy". Prodi ritiene che "questo sia il grande problema:
non riusciremo mai a fare una politica estera comune e a
confrontarci con Russia e gli altri grandi paesi perchè il
problema del comando in politica è determinante. Oggi posso
parlare con questa brutalità perchè sono il nonno d'Europa. Con
l'unanimità non possiamo avere una politica estera ed economica
e non possiamo risolvere i grandi i problemi come
l'immigrazione. Siamo tra i grandi attori dell'economia mondiale
ma non conteremo molto finchè non avremo una linea di comando
comune" .
"Meglio un'Europa a più velocità che con il motore spento -
ha concluso Prodi - Se qualche paese non può starci, che non ci
stia. Se si deve trattare su cose concrete si deve avere una
posizione di maggior forza".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA