E' morta il 13 gennaio a Bari Chiara
Samugheo, grande fotografa delle dive negli anni Sessanta e
Settanta del Novecento, da Liz Taylor a Monica Vitti, da Shirley
MacLane a Sophia Loren, Claudia Cardinale, Gina Lollobrigida. Lo
confermano all'ANSA fonti vicine alla famiglia.
Nata a Bari il 25 marzo 1935 (ma in molti sostengono che
fosse del '25: la sua data di nascita è stato uno dei segreti
meglio conservati della sua vita), vero nome Chiara Paparella,
era tornata nel capoluogo pugliese al termine di una
intensissima vita professionale trascorsa tra Milano, Roma e
Nizza, amica di giornalisti e intellettuali, da Enzo Biagi a
Pierpaolo Pasolini, da Alberto Moravia a Giorgio Strehler. Fu il
giornalista Pasquale Prunas, a lungo suo compagno di vita, a
consigliarle di prendere un nome d'arte scegliendo per lei
quello di un villaggio sardo.
L'approdo alla fotografia per il cinema dopo un primo periodo
dedicato alla cronaca e a reportage sociali. Poi il successo che
l'ha portata a firmare le copertine delle grandi riviste
internazionali e ad affermarsi come la prima fotografa
professionista italiana. Quello che la differenzia dai suoi
colleghi è la capacità di creare con il suo soggetto un dialogo
e una profonda intimità, facendoli trapelare dalle sue
fotografie. Giocando sull'essenzialità delle linee, sui
contrasti cromatici forti, su sontuose acconciature, ha
rinnovato in modo eclatante il ritratto di studio, che diventerà
un modello per la successiva fotografia di moda e cinema degli
anni '80.
Buona parte del suo immenso archivio fotografico, che conta
più di 165 mila scatti, è conservato al Centro Studi e archivio
della comunicazione dell'università di Parma. L'ultima mostra,
che volle dedicare a Raffaella Carrà, è stata allestita ad
Avellino lo scorso autunno con la curatela di Gianluca Marziani.
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