"Il Giorno del Ricordo richiama la
Repubblica al raccoglimento e alla solidarietà con i familiari e
i discendenti di quanti vennero uccisi con crudeltà e gettati
nelle foibe, degli italiani strappati alle loro case e costretti
all'esodo, di tutti coloro che al confine orientale dovettero
pagare i costi umani più alti agli orrori della Seconda guerra
mondiale e al suo prolungamento nella persecuzione, nel
nazionalismo violento, nel totalitarismo oppressivo". Lo afferma
il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione
del Giorno del Ricordo.
"È un impegno di civiltà conservare e rinnovare la memoria
della tragedia degli istriani, dei fiumani, dei dalmati e degli
altri italiani che avevano radici in quelle terre, così ricche
di cultura e storia e così macchiate di sangue innocente. I
sopravvissuti e gli esuli, insieme alle loro famiglie, hanno
tardato a veder riconosciuta la verità delle loro sofferenze.
Una ferita che si è aggiunta alle altre", afferma il Capo dello
Stato.
"L'Europa nata dalla pace e il dialogo ravvivato
dall'affermazione delle democrazie hanno aperto e sviluppato una
strada nuova. Queste memorie hanno guadagnato rispetto, dignità,
ascolto. Sono storia vissuta, monito e responsabilità per il
futuro.
Il ricordo, anche il più doloroso, anche quello che trae origine
dal male, può diventare seme di pace e di crescita civile.
Questo è l'impegno di cui negli ultimi anni il nostro Paese si è
reso protagonista insieme alla Slovenia e alla Croazia per fare
delle zone di confine una terra di incontro e prosperità, di
collaborazione, di speranza. La scelta di Gorizia e Nova Gorica,
che saranno congiuntamente Capitale della Cultura europea 2025,
dimostra quanto importante sia per l'intera Unione che la
memoria delle oppressioni disumane del passato sia divenuta ora
strada dell'amicizia, della comprensione, del primato della
dignità delle persone, nel rispetto delle diversità e dei
diritti", conclude il Capo dello Stato.
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