Sei Paesi, tra cui gli Stati
Uniti, chiedono ai talebani di "rivedere" la decisione di
chiudere le scuole medie per le ragazze. Francia, Italia,
Norvegia, Stati Uniti, Canada e Gran Bretagna, oltre all'Alto
Rappresentante Ue hanno avvertito che la decisione "può avere
conseguenze che non danneggiano solo le ragazze ma "può minare
l'ambizione dell'Afghanistan di diventare un membro rispettato
della comunità internazionale".
"Siamo uniti nella nostra condanna della decisione dei
talebani del 23 marzo di negare a tante ragazze afghane
l'opportunità di tornare finalmente a scuola", si legge in un
comunicato del dipartimento di Stato americano sulla
dichiarazione congiunta dei sei Paesi. "L'azione dei talebani
contraddice le loro assicurazioni pubbliche al popolo afghano e
alla comunità internazionale. La decisione è arrivata dopo mesi
di lavoro da parte della comunità internazionale per sostenere
gli stipendi degli insegnanti sulla base della promessa che le
scuole sarebbero state aperte a tutti", si legge ancora nella
nota. "Chiediamo urgentemente ai talebani di revocare questa
decisione che avrà conseguenze ben oltre il danno per le ragazze
afghane e potrebbe minare profondamente le prospettive di
coesione sociale e crescita economica dell'Afghanistan, la sua
ambizione di diventare un membro rispettato della comunità
internazionale e la volontà degli afghani di tornare
dall'estero". La decisione, si legge ancora nell'appello di Usa,
Francia, Italia, Norvegia, Canada, Gran Bretagna e Ue "avrà un
impatto inevitabile sulle prospettive dei talebani di ottenere
sostegno politico e legittimità sia in patria che all'estero.
Ogni cittadino afghano, ragazzo o ragazza, uomo o donna, ha
uguale diritto all'istruzione a tutti i livelli, in tutte le
province del Paese".
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