"Alcune dichiarazioni di politici e
media italiani sono andate oltre le buone norme diplomatiche e
giornalistiche". Lo ha detto il ministro degli Esteri russo
Serghei Lavrov, intervistato a Zona Bianca su Rete 4. "L'Italia
- ha aggiunto Lavrov - è in prima fila tra coloro che adottano e
promuovono le sanzioni anti-russe. Per noi è stata una sorpresa.
Eravamo abituati all'idea che l'Italia, grazie alla sua storia,
sapesse distinguere il bianco dal nero".
Lavrov ha ribadito che i Paesi europei importatori del gas
russo, come l'Italia, devono pagarlo in rubli perché, ha
affermato, "hanno rubato" a Mosca le sue riserve valutarie in
dollari e euro depositate presso le banche europee imponendo un
congelamento nell'ambito delle sanzioni. . "Voi pagherete
comunque nella valuta prevista dai contratti - ha aggiunto - ma
le forniture verranno considerate pagate quando queste somme
saranno state convertite in rubli, che non possono essere
rubati. Per gli acquirenti non cambierà nulla, pagheranno stesse
somme previste dai contratti".
Quando alle finalità dell'invasione dell'Ucraina, il ministro
degli Esteri russo ha detto: "Non vogliamo rovesciare (il
presidente ucraino) Zelensky. Non puntiamo a un cambio di regime
a Kiev, questa è una specialità degli americani. Non chiediamo
nemmeno che si arrenda. Quello che chiediamo è che interrompa le
ostilità e lasci andare i civili. Vogliamo fare in modo che
dall'Ucraina non vengano più minacce per la Russia".
Dopo l'incontro di Istanbul il 29 marzo tra delegazioni russa
e ucraina, ha proseguito Lavrov, Kiev si era detta pronta ad
"accettare la neutralità" e il fatto che un accordo "non dovesse
riguardare il futuro della Crimea e del Donbass". Cosa che la
Russia aveva "apprezzato". Poi "ha cambiato posizione e ora
cerca di condurre le trattative in direzione diversa".
Lavrov ha anche negato implicitamente che Mosca preveda di
dichiarare la fine della guerra in Ucraina in occasione dei
festeggiamenti del 9 maggio per la vittoria sui nazisti nella
Seconda guerra mondiale. "I nostri militari - ha sottolineato -
non pianificano le azioni in base a una data. I ritmi dipendono
dalle necessità di minimizzare i rischi per la popolazione
civile e per i militari russi".
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