Diversi tafferugli sono scoppiati
stamane tra la polizia e un centinaio di manifestanti che
protestavano a Tunisi contro il referendum previsto per luglio e
voluto dal presidente Kais Saied, quasi un anno dopo aver preso
i poteri in quello che gli oppositori hanno definito un colpo di
stato.
La polizia ha bloccato i manifestanti mentre tentavano di
raggiungere la sede della commissione elettorale il cui capo è
stato sostituito da Saied lo scorso mese in un'ulteriore
estensione del suo controllo sulle istituzioni statali. Alla
manifestazione di Tunisi, organizzata da 5 piccoli partiti
politici, alcuni partecipanti hanno alzato cartelli con la
scritta 'la commissione presidenziale = commissione per le
frodi'.
"La polizia ci ha spruzzato del gas in faccia e ci ha
aggredito", ha detto Hamma Hammami, capo del Partito dei
lavoratori tunisini. Il 25 luglio dello scorso anno, il
presidente Saied ha rimosso il governo e sospeso il Parlamento
che in seguito ha sciolto con mosse che hanno suscitato timori
per l'unica democrazia emersa dalle rivolte della Primavera
araba. Il referendum del prossimo 25 luglio è stato convocato
"per decidere sulla nuova Costituzione per una nuova
Repubblica".
Oltre alla crisi politica, la Tunisia è alle prese con gravi
difficoltà economiche, tra cui un'inflazione galoppante e
un'altissima disoccupazione. Pieno di debiti, il Paese sta
cercando di ottenere un nuovo prestito dal Fondo Monetario
Internazionale di almeno quattro miliardi di dollari.
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