La Geo Barents, la nave di ricerca e
soccorso di Medici senza frontiere, è ancora in attesa di un
porto sicuro: 4 richieste sono state inviate a Malta e t3
all'Itaia, ma senza risposta. A bordo ci sono 572 persone, tra
cui oltre 60 minori e tre donne incinte. "Durante tutte le
operazioni - segnala la ong - il team di Msf ha tempestivamente
contattato e informato sia le autorità marittime maltesi,
responsabili della zona Sar in cui si sono svolte le attività di
salvataggio, che le autorità italiane ma il centro di
coordinamento dei soccorsi maltese non ha inviato alcuna
istruzione o comunicazione".
"A bordo - Riccardo Gatti, responsabile delle operazioni di
Msf sulla nave - c'è un ragazzo determinato ad andare in
Germania. È lì che si trova sua madre, malata terminale di
cancro. Vuole rivederla un'ultima volta. Non c'è stato modo di
ottenere un visto e così l'unica opzione per questo ragazzo è
stata mettersi in viaggio lungo la rotta più letale al mondo.
C'è poi una famiglia che viene dal Togo con una bimba di 11 mesi
nata con il labbro leporino e che oggi ha difficoltà nella
deglutizione. I suoi genitori hanno lavorato in Libia per
mettere i soldi da parte per curare la loro figlia, cercando
contemporaneamente di ottenere un visto per l'Europa che è stato
sempre stato negato. Unico modo per curarla, fuggire via mare.
Tra le 572 persone c'è anche un ragazzo che è stato intercettato
dalla guardia costiera libica e riportato con la forza in Libia
ben 4 volte. Adesso ce l'ha fatta, è libero da quel meccanismo
di abusi e detenzione arbitraria che lo ha perseguitato per
troppo tempo".
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