Sono donne molte delle persone
rimaste uccise durante le proteste in Iran, anche in casi in cui
non hanno preso parte direttamente alle manifestazioni e un
numero elevato di persone morte, inclusi bambini, fa parte di
minoranze etniche emarginate. I team della Bbc, utilizzando
anche scrupolose tecniche forensi, hanno verificato l'identità
di oltre 75 persone uccise.
Nelle aree curde, così come nelle regioni sud-orientali dove
vivono i Baluch (minoranza sunnita) c'è stata la più alta
percentuale di morti: 32 vittime identificate provenivano da
zone curde, mentre 20 dalla provincia del Sistan Baluchistan.
Nonostante il capoluogo Zahedan sia in una provincia molto
conservatrice, nelle ultime settimane le donne si sono unite
alle proteste: nei video online, si possono vedere donne che
indossano il velo integrale - il chador - che cantano "con o
senza hijab, avanti verso la rivoluzione". Anche Hasti Narouei,
7 anni, era della comunità beluci: il 30 settembre era a Zahedan
con la nonna per la preghiera del venerdì. Secondo gli attivisti
locali, Hasti è stata colpita alla testa da un lacrimogeno ed è
soffocata. Mancava solo una settimana al suo primo giorno di
scuola, una foto pubblicata dalla Bbc la mostra in abito
tradizionale beluchi.
A Mahabad, nella provincia dell'Azerbaigian, Fereshteh Ahmadi
di 32 anni è rimasta uccisa da colpi al petto sparati dalle
forze governative mentre era sul tetto della sua casa il 26
ottobre, data delle proteste per il 40mo giorno di lutto per
Mahsa Amini, la giovane morta a Teheran a settembre mentre si
trovava sotto la custodia della polizia morale per non aver
indossato il velo secondo le regole.
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