Il salvataggio del Credit Suisse,
con l'azzeramento dei titolari di bond At1 e l'esautoramento
degli azionisti di Ubs, che non potranno bocciare l'intesa,
spaventa i mercati, con gli investitori preoccupati per nuove
crisi nel comparto bancario. I fallimenti di Silverbank, Svb e
Signature - rilevano gli analisti di Intermonte - potrebbero non
essere gli ultimi, in quanto gli investitori e i depositanti non
vogliono correre rischi.
Milano cede l'1,5%, dopo essere arrivata a perdere fino al
2,6%, Londra l'1,2%, Parigi lo 0,8% e Francoforte l'1%.
L'avversione al rischio genera volatilità e sta spingendo gli
investitori verso beni rifugio come l'oro, balzato sopra i 2
mila dollari l'oncia (+3,7% a 2.002 dollari), e lo yen che balza
dell'1,1% sull'euro, a 139,2, e dello 0,8% sul dollaro, a 130,7.
Scendono anche i rendimenti dei titoli di Stato, con in testa il
Bund tedesco, che cala di 14 punti base all'1,95% mentre il Btp
si attesta appena sotto il 4% al 3,98%. La tensione sui mercati
si riflette sullo spread Btp-Bund in crescita di 9 punti base a
quota 203. La tempesta travolge anche il petrolio che sprofonda
del 3,8% con il Wti che scambia a 64,18 dollari al barile e il
Brent a 70,2 dollari, mentre i future sul gas ad Amsterdam
scivolano sotto quota 40 euro (-7,1% a 39,9 euro).
Sui listini europei affondano le banche, con l'indice Stoxx
di settore in calo del 4,9%: Ing (-8,8%), Barclays (-6,6%),
Commerzbank (-6,3%) guidano i cali tra i titoli all'interno del
paniere mentre a Piazza Affari le peggiori sono Bper (-4%), Mps
(-4%) e Banco Bpm (-3,9%).
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