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Gioconda, paesaggio alle spalle sarebbe Ponte Romito di Laterina

Gioconda, paesaggio alle spalle sarebbe Ponte Romito di Laterina

Nuove rivelazioni da ricerca dello storico Silvano Vinceti

ROMA, 03 maggio 2023, 13:48

Redazione ANSA

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Dopo più di cinque secoli, sarebbe svelato un altro dei (tanti) misteri della Gioconda, il più celebre ritratto al mondo. "È il ponte Romito di Laterina, in provincia di Arezzo, quello che Leonardo da Vinci dipinse nel paesaggio alle sue spalle". A rivelarlo, una ricerca coordinata dallo storico Silvano Vinceti, già autore in passato di altre importanti scoperte sull'opera, che sembra lasciare pochi dubbi sul quesito che negli anni ha alimentato innumerevoli dispute.
    Tra le tesi sostenute, quelle che hanno suscitato più clamore rinviano al ponte medievale di Bobbio, in provincia di Piacenza, e al ponte a Buriano in provincia di Arezzo. Ma ora quest'ultima ricerca - condotta grazie anche alla collaborazione dell'Associazione culturale La Rocca - sembra aver individuato "senza dubbi" il "vero" ponte. "Si tratta del ponte etrusco-romano Romito o ponte di Valle - spiega Vinceti - Attualmente ne rimane un solo arco, ma tra il 1501 e il 1503 era in funzione e frequentatissimo, come attesta un documento sullo stato dei manufatti nelle proprietà della famiglia dei Medici, ritrovato negli archivi di Stato di Firenze". "Proprio in quel periodo Leonardo si trovava in Val d'Arno, prima al servizio di Cesare Borgia, detto il Valentino, e poi del gonfaloniere della Repubblica di Firenze Pier Soderini. Il ponte Romito aveva quattro arcate, poggiava su due falesie, faceva parte di un diverticolo che permetteva di accorciare di parecchi chilometri il tragitto fra Arezzo, Fiesole e Firenze. Il ponte di Bobbio, invece, ha più di sei arcate, e quello a Buriano anche. E sono collocati su un terreno pianeggiante". A consolidare la tesi, immagini riprese da un drone, la ricostruzione virtuale del ponte e, aggiunge Vinceti, "documenti storici che certificano come Leonardo in quel periodo risiedesse spesso a Fiesole, presso uno zio prete che si chiamava Amadori o Amadoro".
   

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