Venticinque civili sono stati
uccisi negli scontri tra esercito e paramilitari a Khartum
durante il fine settimana, con le violenze che non accennano a
diminuire dopo quasi cinque mesi di guerra.
Cinque civili sono morti oggi durante un bombardamento che ha
avuto per bersaglio abitazioni civili della capitale sudanese,
ha detto una fonte medica, un giorno dopo un attacco aereo nel
sud della città che ha ucciso almeno 20 persone.
I residenti hanno detto che oggi la città è stata nuovamente
colpita dall'artiglieria e dal lancio di razzi. Il comitato di
resistenza del quartiere, tra i tanti gruppi di volontari che in
passato organizzavano manifestazioni pro democrazia e ora
forniscono assistenza alle famiglie rimaste sulla linea del
fuoco, ha affermato che tra le vittime c'erano due bambini e che
ulteriori morti non sono stati identificati poiché "erano
gravemente ustionati o fatti a pezzi durante il bombardamento".
Da quando, il 15 aprile, sono scoppiati i combattimenti tra
l'esercito regolare e le forze paramilitari di supporto rapido
(Rsf), circa 5.000 persone sono state uccise, secondo le stime
del progetto Armed Conflict Location & Event Data.
Le forze armate sudanesi controllano i cieli e hanno effettuato
attacchi aerei regolari, mentre i combattenti della Rsf dominano
le strade della capitale.
I paesi occidentali hanno accusato i paramilitari e le
milizie alleate di omicidi basati sull'etnia nella regione
occidentale del Darfur, e la Corte penale internazionale ha
aperto una nuova indagine su presunti crimini di guerra. Anche
l'esercito è stato accusato di abusi, compreso un attacco aereo
l'8 luglio che ha ucciso una ventina di civili.
Secondo le Nazioni Unite, più della metà dei 48 milioni di
abitanti del Sudan necessitano di aiuti umanitari e protezione,
e 6 milioni sono "ad un passo dalla fame".
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