La "destra-destra" non contrasta la "cultura del patriarcato". Una "strumentalizzazione", una teoria "bizzarra", agitata ad hoc per attaccare il governo. Va in scena a distanza un inedito scontro tra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni e la conduttrice di Otto e Mezzo, Lilli Gruber. Nel corso della puntata di lunedì, dedicata al femminicidio di Giulia Cecchettin, la giornalista di La7 interpellando il collega di Libero Francesco Specchia, chiede se si possa "negare che in Italia ci sia una forte cultura patriarcale che la destra destra al potere non sta proprio contrastando tanto". e subito dopo rincara la dose così: oggi "abbiamo per la prima volta una donna presidente del Consiglio che però tiene a essere chiamata "il" presidente del Consiglio; un mistero della fede per me, ma sarà anche questo una cultura di destra, patriarcale". Parole che animano il dibattito in studio al quale, a distanza di 12 ore, la premier decide di rispondere via social.
Una foto tutta al femminile (Meloni, la mamma, la figlia, la nonna) è accompagnata dal commento che apre lo scontro diretto con la conduttrice: "La nuova bizzarra tesi sostenuta da Lilli Gruber nella sua trasmissione di ieri sera è che io sarei espressione di una cultura patriarcale. Come chiaramente si evince da questa foto che ritrae ben quattro generazioni di 'cultura patriarcale' della mia famiglia. Davvero senza parole", scrive la premier, innescando il botta e risposta "(e relative polemiche tra le forze politiche).
Lilli Gruber a sua volta replica con ironia ringraziando la premier per "l'attacco", che considera "una prima volontà di aprire un dialogo costruttivo". Esercizio di "democrazia", sottolinea, "al quale lei è poco abituata". E invitando la premier in trasmissione ("le porte di Otto e mezzo sono sempre aperte") non risparmia una aperta critica perché "è sempre pericoloso, per il buon funzionamento democratico, quando un/una presidente del Consiglio attacca direttamente la stampa e singoli giornalisti".
Da Daniela Santanché a Francesco Lollobrigida, Fratelli d'Italia si schiera con la premier, mettendo in evidenza il "paradosso" di accusare di cultura patriarcale la "prima presidente del Consiglio donna", quella che ha "rotto il tetto di cristallo". "Faziosità oggettiva", la liquida il ministro della Sovranità alimentare mentre dal Pd Sandra Zampa esprime la preoccupazione per il fatto che "ministri di un governo in carica", oltre alla stessa premier, "muovano un attacco all'informazione e un attacco personale a una giornalista", che per Carlo Calenda, però, si è lanciata in "una tesi azzardata. Critiche di merito all'operato di Giorgia Meloni - dice il leader di Azione - ne abbiamo finché si vuole ma cerchiamo di essere obiettivi".
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