Le Maldive votano oggi per le
elezioni legislative che si presentano come un test per la
politica di riavvicinamento del presidente Mohamed Muizzu alla
Cina, a scapito dell'India, da tempo potenza dominante
nell'arcipelago turistico dell'Oceano Indiano.
Le isole delle Maldive che si trovano nell'Oceano Indiano,
occupano una posizione strategica sulle principali rotte
marittime internazionali est-ovest, e sono diventate un focolaio
di rivalità geopolitica tra India e Cina. Il presidente, 45
anni, è stato uno dei primi a votare alla Tajuddin School della
capitale Malé.
Da quando Mohamed Muizzu è entrato in carica alla fine del
2023, i parlamentari hanno bloccato tre delle sue nomine
governative e rifiutato alcune delle sue proposte di bilancio.
L'attuale parlamento, dominato dal Partito Democratico
Maldiviano (Mdp) filo-indiano del suo predecessore Ibrahim
Mohamed Solih, ha cercato di contrastare i suoi sforzi per
riorientare la diplomazia dell'arcipelago. Si prevede che le
divisioni all'interno dei principali partiti politici, compreso
il Congresso nazionale del popolo (Pnc) di Muizzu, impediranno
ai partiti di ottenere una maggioranza netta, dicono gli
osservatori, e renderanno necessaria la formazione di una
coalizione. Si prevede che il rilascio, giovedì, del mentore del
leader, l'ex presidente Abdulla Yameen, a seguito della revoca
da parte di un tribunale della sua condanna a 11 anni di carcere
per corruzione e riciclaggio di denaro, dovrebbe rafforzare
Muizzu.
L'India considera l'arcipelago parte della sua sfera
d'influenza, ma le Maldive sono cadute nell'orbita della Cina,
il suo maggiore creditore estero, con l'elezione di Muizzu.
Sempre a marzo, Malé ha firmato un accordo di "assistenza
militare" con Pechino che mira a "rafforzare i legami
bilaterali", secondo il ministero della Difesa delle Maldive.
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