Sono state formalmente incriminate
dalla polizia britannica le due persone, due uomini di 29 e 32
anni, arrestate lo scorso anno nel Regno Unito poiché sospettate
di spionaggio a favore della Cina. Lo ha reso noto oggi Scotland
Yard.
Uno dei due lavorava come ricercatore al Parlamento di
Westminster. I capi d'imputazione riguardano presunte violazioni
dell'Official Secrets Act, legge sulla tutela dei documenti
riservati. Entrambi gli imputati si sono dichiarati a suo tempo
innocenti, mentre anche Pechino ha contestato le accuse.
I nomi dei due sospetti, coperti finora da segreto istruttorio,
sono stati identificati come quelli del 29enne Christopher Cash
e del 32enne Christopher Berry, come confermato dagli inquirenti
del Crown Prosecution Service (Cps). Entrambi compariranno
venerdì di fronte a un giudice della Westminster Magistrates
Court per un'udienza preliminare.
Cash e Berry sono accusati di aver raccolto, diffuso o
condiviso documenti e informazioni descritte come riservate
"destinate a essere utilizzate da un nemico", a quanto si legge
nell'atto d'incriminazione stilato da Scotland Yard. Atto reso
noto senza dettagli, ma nel quale il riferimento alla Cina - non
esplicitamente citata - richiama la dicitura di "nemico",
neppure di attore ostile.
Nick Price, capo della divisione antiterrorismo del Cps, ha
spiegato che le autorità inquirenti hanno "autorizzato la
polizia a formalizzare l'incriminazione dei due uomini in
relazione a capi d'imputazione di spionaggio" sulla base degli
indizi da essa presentati. Sui contenuti dell'indagine, tuttora
in corso, resta in vigore al momento il più stretto riserbo,
anche su Internet, ha avvertito Price, sottolineando la
necessità di garantire fra l'altro il rispetto dei diritti di
difesa dei due. "Nessuno - ha detto - deve rendere note,
commentare o condividere online informazioni che possano recare
in qualsiasi modo pregiudizio al loro diritto a un processo
giusto".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA