Il Venezuela ha ritirato l'invito
all'Unione Europea ad osservare le elezioni presidenziali di
luglio. Il capo del Consiglio elettorale nazionale Elvis Amoroso
ha detto ai giornalisti che sarebbe "immorale" consentire a una
missione dell'UE di osservare le elezioni, "conoscendo le loro
pratiche neocolonialiste e interventiste contro il Venezuela".
Amoroso ha anche chiesto la "revoca totale" del congelamento dei
beni e delle sanzioni ratificate dall'UE due settimane fa contro
50 funzionari governativi venezuelani.
Caracas lo scorso marzo aveva invitato l'UE a inviare una
squadra di osservatori per le elezioni del 28 luglio in cui il
presidente Nicolas Maduro cercherà un terzo mandato, con il suo
principale rivale squalificato dalla candidatura. Il Venezuela
invitato anche le Nazioni Unite, il Carter Center con sede negli
Stati Uniti, i BRICS e l'Unione africana.
Lo scorso anno alle Barbados il governo di Maduro e
l'opposizione hanno concordato di tenere "un voto libero ed equo
nel 2024 alla presenza di osservatori internazionali". Questo
accordo ha visto gli Stati Uniti allentare le sanzioni contro il
paese sudamericano ricco di petrolio, consentendo alla Chevron
con sede negli Stati Uniti di riprendere un'estrazione limitata
di greggio e portando a uno scambio di prigionieri.
Da allora, tuttavia, la Corte Suprema fedele a Maduro ha
confermato l'interdizione per 15 anni della vincitrice delle
primarie dell'opposizione Maria Corina Machado sulla base di
quelle che sono considerate accuse ampiamente inventate, e ha
arrestato diversi altri leader e attivisti dell'opposizione.
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