Il vice premier e ministro
degli Esteri, Antonio Tajani, è tornato sulla questione dello
'ius sanguinis' ribadendo che "la cittadinanza è una cosa seria"
e affermando di aver dato "disposizioni di seguire una linea di
grande severità" sulle verifiche degli aventi diritto.
Lo ha detto a Buenos Aires in un punto stampa a margine
della presentazione di una dichiarazione congiunta con le
autorità argentine sulla Diplomazia dello sport. "Ci sono
agenzie che fanno pubblicità sui social e organizzano vere e
proprie truffe, persone a cui non interessa l'Italia e solo
vogliono un passaporto per entrare in Europa o negli Stati
Uniti", ha evidenziato Tajani rispondendo alle inquietudini che
provoca nella numerosa comunità di discendenti italiani
all'estero l'ipotesi di una modifica della legge attuale.
"Piccoli comuni di 300 abitanti bloccati per trovare i
discendenti di migliaia di richiedenti, consolati e ambasciate
ingolfate per le richieste di persone a cui non interessa
l'Italia", ha aggiunto.
Tajani ha quindi ribadito che quella della cittadinanza "è
una questione anche di giustizia". "Io non voglio limitare le
possibilità di accesso, anzi. Io voglio che il passaporto lo
ottengano persone che amano e sono appassionate dell'Italia.
Abbiamo creato il programma del turismo delle radici proprio per
attrarre i discendenti che sentono il richiamo delle loro
origini", ha detto.
Il vice premier ha poi evidenziato un problema che si presenta
anche al momento del voto all'estero. "Una volta ottenuta la
cittadinanza queste persone a cui non interessa l'Italia che
fanno? Danno la loro scheda al miglior offerente?", ha
affermato.
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