Il motivo principale per cui i selfie spopolano su profili e pagine personali nei social network è ''per far divertire gli altri' nel 39% dei casi, mentre ammette di farli per vanità un 30% dei soggetti, insieme a un 21% che li fa per 'raccontare un momento della propria vita'. Lo rileva una ricerca dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano presentata oggi al convegno organizzato con la fondazione Ibsa. ''Le persone che si fanno selfie - spiega Giuseppe Riva, docente di Psicologia della Comunicazione e Psicologia e Nuove Tecnologie della Comunicazione presso l'Università Cattolica - rispetto a coloro che non se li fanno, appaiono dalla ricerca significativamente più estroverse (ovvero più socievoli ed entusiaste, caratterizzate da elevate capacità sociali) e al contempo più coscienziose (ovvero più caute e capaci di controllarsi, con la tendenza a pianificare le proprie azioni piuttosto che ad agire di impulso). Essere molto estroversi si associa a un maggior utilizzo dei selfie per mostrare agli altri "come ci si sente", mentre essere molto coscienziosi si associa al non essere particolarmente interessati ai commenti degli altri ai propri selfie, positivi o negativi che siano. Da ultimo, il tratto del neuroticismo o instabilità emotiva (tipico di persone che tendono a provare emozioni negative come rabbia e tristezza, sovente diffidenti nei confronti degli altri) si associa significativamente all'essere particolarmente preoccupati dalla possibilità di ricevere commenti negativi''.
Anche allo Zingarelli piace 'selfie', parola dell'anno
La foto scattata a sé stessi o in gruppo con uno smartphone o una webcam, ormai un rituale più che una moda, che coinvolge tutti, dall'adolescente in gita al premier Renzi, e si svolge ovunque, dagli appuntamenti sportivi ai vertici politici o i musei, a testimoniare innazitutto un esserci e un apparire, è il Selfie, parola che da è accolta tra i lemmi della lingua italiana del vocabolario più popolare, lo Zingarelli 2015.
Ci aspettiamo adesso qualche bel selfie col vocabolario in mano postato su uno dei tanti social network, così, come a certificare e ricambiare questa presa d'atto, che è indice, come tutte le nuove inclusioni, che ormai avvengono annualmente, della società che si evolve, di una cultura che si diffonde e allarga e di una lingua che è quindi sempre in movimento, esprimendo i cambiamenti in voci e significati nuovi, modi di dire e locuzioni, che lo Zingarelli ogni anno registra e accoglie tra le sue oltre 144mila voci e 380mila significati (quelli di quest'ultima edizione 2015, oggi a cura di Mario Cannella e Beata Lazzarini per la Zanichelli - 2688 pagine, con Dvd e programma scaricabile 81,00 euro - Versione base con programma scaricabile 65,50 euro).
Così vengono certificate come di uso comune e entrano nel vocabolario di quest'anno anche Svapare, ovvero la nuvola di fumo che si fa con le E-Cigarette (le sigarette elettroniche), Redditest (software che l'Agenzia delle Entrate mette a disposizione dei contribuenti perché possano autovalutare, la congruenza del reddito dichiarato con i beni posseduti e i servizi fruiti), come altre parole economiche legate alla crisi, quale la spesa Spalmabile. Quindi, volendo giocare con le new entry dello Zingarelli 2015, ecco un signore Labbruto un po' Agé che gusta Guacamole, usa il Phablet e raccoglie Promocard, senza farsi troppi problemi di vivere in una Cachistocrazia (il governo, il dominio dei peggiori). Insomma, con le nuove parole si ha un piccolo ritratto che evidenzia manie, difetti e pregi dei nostri giorni e ognuno può fare il giochino che abbiamo appena concluso, con le tante altre parole nuove: da Collocatario (la persona presso la quale qualcuno è collocato. Nelle separazioni di coniugi con un figlio minorenne, il genitore con il quale il figlio abita prevalentemente) a Empatizzare e Scouting, da Svirgolata a Sfoltitura o Traspirante, da collegare magari a nuove attività emergenti come la Wedding Planner (organizzatrice di nozze) il Videoreporter o la Doula (donna che svolge una funzione di sostegno psicologico e pratico, ma non medico né sanitario, a una puerpera durante la gravidanza e il parto e nei primi mesi di vita del bambino).
La realtà però non è solo rosa, ed ecco il sorgere di atteggiamenti pericolosi come l'Eterofobia (la paura e ostilità per tutto ciò che è altro, diverso, alternativo. Anche l'avversione per l'eterosessualità e gli eterosessuali) e la nuovissima, eppure sempre più diffusa, Nomofobia (timore ossessivo di non poter disporre del telefono cellulare), che porterebbe anche ad un'astinenza di Selfie.