Serrande dei negozi abbassate e incassi più che dimezzati. Questa la fotografia dei negozi nelle strade interessate dal percorso del corteo dei movimenti, scattata oggi dalle associazioni dei commercianti di Roma. "Nel pomeriggio molti negozi del centro, nelle zone della manifestazione - dice il presidente di Federmoda Roma Massimiliano De Toma - hanno preferito chiudere per ragioni di sicurezza. Per queste attività la giornata di lavoro è stata in parte persa con punte che hanno raggiunto il -70% del fatturato. Mi hanno raccontato che diversi turisti sono rimasti sbigottiti da questo modo di manifestare. Che immagine di Roma è?". A stretto giro il sindaco di Roma Ignazio Marino afferma: "Voglio porre ancora una volta l'attenzione sulle funzioni di Roma Capitale. Roma deve disporre anche di risorse per indennizzare le attività commerciali che in un'occasione come questa subiscono danni. Roma deve continuare a svolgere funzioni nazionali, ma servono anche strumenti per tutelare le categorie e i lavoratori". Il primo cittadino oggi è stato in contatto costante con il prefetto e il questore di Roma informandosi sui feriti, in particolare tra gli agenti. Sul fronte dei commercianti si fa sentire con un giudizio affatto morbido del presidente della Confcommercio di Roma Giuseppe Roscioli, secondo cui "sono rimasti chiusi la totalità dei negozi sul percorso del corteo. E per fortuna - aggiunge -, altrimenti i danni sarebbero stati maggiori. Quella di oggi è l'ennesima batosta per commercianti e turisti, un danno enorme alla città, a cittadini, alle persone che lavorano. Per questo, prende sempre più piede la nostra proposta di spostare i cortei in zone meno centrali e meno densamente popolate dal tessuto commerciale e dai cittadini. Il sabato, poi, i commercianti fanno il 50% degli incassi settimanali, bisogna pensare ad altre giornate per i cortei" "In una giornata come questa si rischia l'incasso perché chi è che va a passeggiare o a fare compere in luoghi a rischio violenze? Oggi - rincara Roscioli - la città è stata quasi tagliata in due, con difficoltà di spostamento". Dalla Confesercenti, parla il presidente Valter Giammaria: "E' una situazione drammatica: queste manifestazioni, oltre a bloccare i negozi, gli incassi (che scendono del 70%-80%) fanno danni alla città e anche alle persone. Non diciamo che non si deve manifestare, ma poi c'è anche il diritto al lavoro. Oggi questo a noi viene negato. Chiediamo che il sindaco, il prefetto, il governo prendano delle decisione perché le imprese non ce la fanno più".
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