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10 anni fa l'addio a Umberto Agnelli, portò Marchionne in Fiat

10 anni fa l'addio a Umberto Agnelli, portò Marchionne in Fiat

Una vita tra finanza, politica e calcio. Fiat e Juve lo ricordano martedì a Sestriere, una Messa a Torino

27 maggio 2014, 15:58

Amalia Angotti

ANSACheck

Umberto Agnelli in un 'immagine del 2 febbraio 2001 - RIPRODUZIONE RISERVATA

Umberto Agnelli in un 'immagine del 2 febbraio 2001 - RIPRODUZIONE RISERVATA
Umberto Agnelli in un 'immagine del 2 febbraio 2001 - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sono passati dieci anni dalla scomparsa di Umberto Agnelli. E' a lui - 'le petit Frere', lo aveva definito Le Monde - che si deve l'avvio del rilancio del gruppo Fiat, dopo la terribile crisi di inizio secolo, ma anche la scelta di Sergio Marchionne. Nel 2003, dopo la morte dell'Avvocato, è Umberto, che lo aveva conosciuto quando era a.d di Sgs, a volerlo nel cda Fiat. E, per un incrocio di destini, sarà proprio Marchionne, dopo la morte di Umberto e l'uscita di scena dell'allora amministratore delegato Giuseppe Morchio, ad assumere, il primo giugno 2004, la guida della casa torinese.

Nel giorno del decennale, la Fiat e la Juventus lo ricorderanno a Sestriere, località della Via Lattea molto amata dalla famiglia Agnelli e nella quale Umberto trascorreva i fine settimana. Nell'incontro la sua figura sarà rievocata da Sergio Marchionne, Pavel Nedved, dall'ambasciatore giapponese Masaharu Kohno e da Enrico Letta. Interverranno il sindaco di Sestriere Valer Marin, quello di Torino, Piero Fassino e concluderà il figlio Andrea Agnelli, oggi presidente della squadra bianconera. La sera alle 18, a Torino, ci sarà la Messa presso il santuario della Consolata, presieduta dall'arcivescovo Cesare Nosiglia.

A lungo al vertice delle attività finanziarie, il regno di Umberto alla Fiat è breve. Inizia il 24 gennaio 2003 quando, un'ora dopo la morte del fratello Gianni, la famiglia gli chiede di assumere le redini: i vari rami della dinastia, riuniti in assemblea, lo nominano presidente dell'accomandita. Da dieci anni fuori dalla gestione, non ha alcuna esitazione e si lancia con entusiasmo in quella che sarà la sua ultima avventura. Lo chiamavano 'il Dottore' e con l'Avvocato era un gioco delle parti: Gianni il finanziere, Umberto il manager, uno la colomba, l'altro il falco. A Gianni toccano gli annunci positivi, a Umberto le decisioni difficili, i tagli drastici. Tutti e due furono presidenti della Juventus, erano appassionati di sci, di vela e Umberto anche di golf. Entrambi sposarono una Caracciolo: Allegra, moglie di Umberto, è cugina di Marella, moglie di Gianni. Umberto aveva uno stile di vita più riservato anche se non rinunciava a tenere rapporti internazionali di alto livello.

Tra i momenti più dolorosi la morte nel 1997 del primogenito Giovanni Alberto, designato alla successione dello zio Gianni. In politica, mentre Gianni fu a lungo incerto sulla possibilità di candidarsi nelle file del Partito repubblicano, nel 1976 Umberto sceglie la Dc e viene eletto senatore. Finanza, politica ma anche calcio. Ad appena 22 anni assume la responsabilità della Juventus, il più giovane presidente bianconero. Fu lui a portare a Torino talenti come Omar Sivori e John Charles.

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