Oggi la direzione Pd. Il premier e segretario Dem Matteo Renzi sarà a Largo del Nazareno e traccerà la rotta della riforma del mercato del lavoro, articolo 18 compreso. Il pallino è solo nelle sua mani, ripetono tutti al partito, ma la linea appare chiara: il presidente del Consiglio è intenzionato ad andare avanti, toccando anche le ormai antiquate, secondo il premier, misure sul licenziamento. "Io non mollo", assicura il premier in un'intervista a Repubblica.
Le minoranze però non ci stanno, e insistono nel chiedere un dibattito aperto, che rimetta in discussione alcuni dei capitoli chiave del provvedimento. Soprattutto invitano il premier a evitare aut aut. E c'è chi (come Francesco Boccia, Stefano Fassina, Pippo Civati e i cuperliani) è anche pronto a presentare un documento in Direzione con il quale si chiede di allineare la discussione sulla Legge di Stabilità a quella sulla riforma del lavoro.
Nonostante posizioni così distanti c'è anche chi, come il presidente del partito e esponente dei Giovani Turchi Matteo Orfini, prova a far vedere una soluzione di mediazione a portata di mano: "Siamo d'accordo al 90%", rassicura. L'idea è di puntare sul rafforzamento dei licenziamenti cosiddetti discriminatori, sulla falsariga delle proposte di Rughetti e Chiamparino, allargando le tipologie che rientrano in questa casistica e per le quali è quindi previsto il reintegro sul posto di lavoro.
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