"Ci mancheremo quando verrà il tempo nuovo. E ci rispecchieremo finalmente l'uno nell'altro". Questi versi Sandro Bondi li scriveva nel 2007: Forza Italia e Silvio Berlusconi stavano per entrare trionfalmente in Parlamento con una maggioranza che nessun governo aveva mai avuto nella storia repubblicana. Versi che Sandrino - raccontano che il Cavaliere lo chiamasse così quando lo ospitava nella villa di Arcore - rivolgeva a Fabrizio Cicchitto, all'epoca suo vice nel partito prima che andasse a fondare Ncd.
Parole che magari l'ex ministro con la passione per la poesia dedicherebbe ora a Berlusconi. Dal 2007 sono cambiate tante cose: Forza Italia è scomparsa per confluire nel Popolo delle Libertà, salvo poi risorgere per andare all'opposizione del governo di Matteo Renzi: il premier che avrebbe sostituito proprio Berlusconi - dicono i maligni - nel cuore di Bondi. E così i pasdaran di Forza Italia lo definiscono traditore e gli rinfacciano un passato di addii, annunciati e poi smentiti, e di dimissioni, date e poi ritirate. Bondi, oltre che per le poesie - durante i tempi d'oro del Pdl al governo i suoi versi dedicati alle colleghe ed ai colleghi di partito comparivano spesso anche nei resoconti parlamentari dei quotidiani - è diventato famoso per essere uno dei primi primi "comunisti convertiti" da Berlusconi. L'ex triumviro del Pdl - gli altri due erano Ignazio La Russa e Denis Verdini - ha iniziato a fare politica con il Pci. Nel 1975, a 18 anni, è stato attivista della Federazione Giovani Comunisti Italiani. Dopo la laurea in filosofia a Pisa, nel 1989 è stato eletto sindaco di Fivizzano, in provincia di Massa Carrara, nelle file del Pci prima che nel 1992 un ribaltone lo portasse all'opposizione. E' in quel periodo che ha conosciuto Berlusconi che lo ha "scomuzzato" e gli ha anche dato un lavoro. Nel 2001 il debutto azzurro con la candidatura in Parlamento. Carriera fulminea: nel 2002 è diventato portavoce del partito e dal 2003 ne ha assunto il ruolo di coordinatore nazionale fino al 2009 quando Fi è confluita nel Pdl. E' il culmine della sua parabola politica che lo ha portato anche a ricoprire l'incarico di ministro dei Beni culturali dal 2008 al 2011, quando dopo il crollo di una "domus" nell'area archeologica di Pompei si è dimesso.
Passo indietro determinato non tanto per la mancanza di appoggio da parte del parlamento (le dimissioni sono state respinte dall'aula della Camera) ma perché Bondi non aveva sentito l'appoggio di Berlusconi che, a suo dire, non l'aveva difeso dagli attacchi anche interni del partito. E' il primo segno di un rapporto destinato ad incrinarsi. A maggio 2011 si è dimesso una prima volta da coordinatore del Pdl, dopo la sconfitta del centrodestra alle amministrative ma Berlusconi ha respinto la richiesta. Stesso esito per le dimissioni presentate a maggio del 2012, dopo un'ulteriore sconfitta del Pdl. Nel novembre 2013 ha aderito alla nuova Forza Italia ma già ad aprile 2014 ha rotto con la linea di Berlusconi chiedendo di appoggiare apertamente Renzi. Il resto è storia di questi giorni: l'addio al partito annunciato il 3 marzo insieme alla compagna e senatrice Manuela Repetti, poi ritirato dopo una telefonata del Cav, quindi l'ultimo addio dato oggi con una nota ed il passaggio, sempre insieme a Manuela, al Gruppo misto del Senato.
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