"Da quando sono stato incriminato per aver detto, 'la Tav va sabotata', mi sono riproposto di ripetere questa frase come una preghiera", cosi Erri De Luca nell'aprile 2014.
Lo scrittore portato in tribunale per la sua "parola contraria". Processato per istigazione al sabotaggio a favore della protesta No Tav in Val di Susa, ha considerato "questa incriminazione il primo premio letterario italiano".
"Per me, da scrittore e da cittadino, la parola contraria e' un dovere prima di essere un diritto" sottolinea e ricorda, citando Pasolini, Goethe e Rushdie che "se dalla parola pubblica di uno scrittore seguono azioni, questo e' un risultato ingovernabile e fuori del suo controllo".
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