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Referendum Catalogna: polizia nei seggi, cariche e feriti

Referendum Catalogna: polizia nei seggi, cariche e feriti

Puigdemont, una vergogna che accompagnerà sempre Spagna

BARCELLONA, 03 ottobre 2017, 08:21

Redazione ANSA

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Referendum Catalogna: polizia nei seggi, cariche e feriti © ANSA/EPA

Referendum Catalogna:  polizia nei seggi, cariche e feriti © ANSA/EPA
Referendum Catalogna: polizia nei seggi, cariche e feriti © ANSA/EPA

E' altissima tensione in Catalogna, dove questa mattina le forze antisommossa spagnole hanno fatto irruzione in molti seggi elettorali, caricando la folla, e usando anche proiettili di gomma, per impedire lo svolgimento del referendum di autodeterminazione.

    La polizia spagnola ha usato la forza contro le migliaia di persone in attesa di poter votare davanti e all'interno dei seggi. Ci sono stati almeno 40 feriti. In una parte degli uffici elettorali l'irruzione della polizia ha reso impossibile il voto. Sono state sequestrate le urne, in alcuni casi già piene.

    Secondo il governo catalano il 73% dei seggi per ora è però aperto, e in molti casi il voto si svolge senza incidenti. La resistenza della popolazione catalana è stata pacifica e passiva. Molti si sono seduti davanti ai seggi per fermare l'avanzata degli agenti spagnoli. La Guardia Civil ha fatto irruzione in particolare nel seggio di San Julià de Ramis a Girona dove era atteso il presidente catalano Carles Puigdemont, che però ha votato in un altro seggio, come pure il vicepresidente Oriol Junqueras. Per aggirare l'attesa chiusura dei seggi da parte della polizia, il governo catalano ha reso noto che ogni elettore può votare in uno qualsiasi dei seggi del paese. La popolazione catalana reagisce con forme di resistenza pacifica e passiva. In molti seggi gli elettori si sono seduti pr terra per impedire l'ingresso degli agenti spagnoli. Puigdemont ha denunciato la "brutalità ingiustificata della polizia spagnola", affermando che "è una vergogna che accompagnerà per sempre l'immagine dell ostato spagnolo".

Il portavoce del Governo catalano Jordi Turull ha detto che "dai tempi del franchismo" non si vedeva "una violenza di stato" come quella esercitata in Catalogna "contro la democrazia". Il prefetto spagnolo in Catalogna Enric Millò - di cui il governo catalano ha chiesto "le immediate dimissioni" - ha definito "una farsa" il referendum e ha affermato che "siamo stati costretti a fare quello che non volevamo fare". La Guardia Civil ha interrotto le comunicazioni internet in diversi seggi per impedire il voto. In alcuni centri elettorali l'intervento degli agenti spagnoli è stato particolarmente brutale, riferisce la tv pubblica Tv3, usando i manganelli anche contro persone anziane. Il sindaco di Barcellona Ada Colau ha accusato il premier spagnolo Mariano Rajoy, "un capo del governo codardo", di avere "inondato la nostra città di polizia". Ma Barcellona, ha detto, "non ha paura".  

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