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Milano e la ripartenza

Milano e la ripartenza

18 maggio 2020, 19:07

Redazione ANSA

ANSACheck

Shopping a Milano - foto Mourad Balti Touati - RIPRODUZIONE RISERVATA

Shopping a Milano - foto Mourad Balti Touati - RIPRODUZIONE RISERVATA
Shopping a Milano - foto Mourad Balti Touati - RIPRODUZIONE RISERVATA

Dopo oltre due mesi di lockdown, i milanesi riscoprono il piacere di un espresso al bar, al banco prima di andare al lavoro o seduti al tavolino con le dovute distanze. Da oggi anche a Milano riaprono i bar con le nuove regole per evitare il contagio e alle 6:30 il proprietario di un bar torrefazione nella zona del tribunale, è già pronto ad accogliere i primi clienti. Gli ingressi e le uscite sono separati da due porte diverse, all'ingresso il gel igienizzante per le mani e ai dipendenti è stata provata la febbre, come prevede l'ordinanza della Regione. "Ci si dovrà abituare a queste nuove regole, prima o poi bisognava riaprire non possiamo andare avanti così - ha spiegato -. Due mesi di stop sono tanti e i dipendenti aspettano ancora la cassa integrazione. Con il distanziamento dei tavoli abbiamo perso 12 posti dentro e 10 fuori ma andiamo avanti. L'unica cosa che chiediamo sono delle regole chiare".

I clienti al mattino presto sono pochi, ma qualcuno arriva per il primo espresso dopo il lockdown. "È un rito che mancava - ha detto una signora - un altro tassello del ritorno alla normalità che speriamo arrivi totalmente". Alla stazione Cadorna, principale nodo di interscambio dei trasporti pubblici a Milano, dove arrivano molti pendolari, ha aperto di prima mattina Cioccolatitaliani, un bar pasticceria. Un cliente esce dopo aver consumato un cappuccino al banco intorno alle 6.15, e sospira un 'finalmente' prima di andare via.

"Abbiamo un limite di sette clienti per volta, che sono stati calcolati in base alla superficie - spiega una dipendente - la gente entra da una parte ed esce dall'altra. Abbiamo un bancone molto largo e il cliente si trova a una distanza di quasi due metri". "Siamo contenti di essere tornati al lavoro - spiega mentre un suo collega annuisce -: oltre all'aspetto economico c'era questa inattività che ti faceva sentire impotente".

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