Sit-in no mask a Roma, "le mascherine fanno male" Solo alcune
decine in gilet arancio. "Non siamo negazionisti" ROMA Non sono più di alcune decine, in gran parte con
il gilet arancione, i manifestanti no mask in piazza Bocca della
Verità, a Roma, per il sit-in contro l'uso della mascherina in
funzione anti-Covid e in generale contro la gestione governativa
della pandemia. "Non siamo negazionisti, quel termine viene
usato per chi nega l'Olocausto, mentre io credo sia alla Shoah
che al Covid - dice uno di loro, mascherina abbassata sul mento
per parlare con i cronisti -. Ma qui siamo arrivati al punto che
la Costituzione non esiste più e non si può né dissentire né
manifestare". "La mascherina è dannosa, ci fa respirare la
nostra anidride carbonica - afferma Paolo Martini, 54 anni,
dirigente sportivo venuto da Frosinone -. Vogliamo un Comitato
tecnico scientifico aperto anche ad autorevoli professori che la
pensano diversamente e che nessuno ascolta. Perché non alzo la
mascherina? C'è una legge che vieta il travisamento del volto.
Se vogliamo rispettare le leggi rispettiamole tutte". Secondo un
altro "già tre bambini sono morti in Germania di asfissia".
Numerosi poliziotti presenti nella piazza osservano a distanza
il piccolo sit-in, che ha avuto un momento di tensione quando
due giovani che stavano inveendo contro la stampa sono stati
allontanati da un anziano in gilet arancione che si è definito
"commissario di polizia in pensione". "Sono provocatori", ha
detto. Ma i giornalisti sono poi stati oggetto di insulti da
altri militanti. Tra i manifestanti é diffusa l'idea che il
Covid non sia affatto così letale come si pensa e nessuno di
loro sembra avere neppure un conoscente che si sia ammalato.
Diversi professano un cattolicesimo integralista. "Tamponatevi
il c..." è un cartello che spicca nel gruppetto. Un altro recita
in inglese "la paura viene usata per controllarvi". Il 5
settembre scorso analoga manifestazione no mask aveva raccolto
diverse centinaia di persone.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA