L'ambasciatore pachistano in Italia,
Jauhar Saleem, ha dichiarato che il suo Paese non intende
diventare un colossale campo profughi per gli afghani in fuga
dai talebani, visto che ne ospita già milioni, aggiungendo che
al momento non c'è un'ondata di profughi al confine. Il Pakistan
non intende diventare un colossale campo profughi per gli
afghani in fuga dai talebani, visto che ne ospita già milioni, e
per giunta un massiccio afflusso di rifugiati - che al momento
non c'è - rappresenterebbe anche un grave rischio sanitario, in
tempi di pandemia da Covid: lo ha detto l'Ambasciatore
pachistano in Italia, Jauhar Saleem, nel corso di una conferenza
stampa online realizzata il 19 agosto. L'idea ventilata da
diversi leader europei, per i quali in cambio di aiuti i
profughi afghani potrebbero essere accolti nei paesi limitrofi
della regione, Pakistan in primis, non piace a Islamabad: "Negli
ultimi 30-40 anni il Pakistan ha accolto il maggior numero di
rifugiati al mondo, ora ce sono circa 4 milioni - osserva Saleem
- e questo senza avere le risorse di cui dispongono alcuni paesi
europei. Li abbiamo sempre accolti a condizione che, quando la
situazione l'avrebbe permesso, sarebbero tornati in patria: ma
questo non è avvenuto. Il Pakistan non ha al momento questa
capacità di accoglienza. E vi ricorderete quando i siriani
arrivarono in Europa. Nonostante le grandi risorse di Germania
ed altri paesi, quell'ondata provocò crisi politiche, e l'Europa
non fu in grado di accogliere tutti quei rifugiati. In più ora
c'è la pandemia, e noi vogliamo che il Covid resti sotto
controllo. Finora abbiamo operato bene, siamo un paese di 225
milioni di abitanti, e vogliamo restare cauti". Per il
diplomatico, in ogni caso, "al momento non osserviamo nessuna
ondata di profughi al confine, le evacuazioni avvengono
attraverso l'aeroporto di Kabul. E in questa fase noi assistiamo
tutti, compresa l'ambasciata d'Italia, per favorire l'uscita dal
Paese di diplomatici, membri delle ong ed altro personale.
Dobbiamo vedere la situazione per quel che è in questo momento,
non andare per ipotesi". La visione pachistana sull'Afghanistan
Con lo stesso pragmatismo, Saleem valuta la situazione in
Afghanistan dopo la presa del potere da parte dei talebani,
sottolineando che bisogna "evitare percezioni errate, di cui
anche il Pakistan è stato vittima, quando si diceva che quel che
succedeva era colpa del Pakistan, mentre i problemi erano
interni all'Afghanistan". "Non ci sono state grandi violenze
nelle strade - osserva -. E le prime dichiarazioni da Kabul sono
incoraggianti; sui diritti umani fondamentali, sull'istruzione,
sui diritti delle donne, sulla loro partecipazione al governo.
Noi siamo speranzosi. Prima di giudicare, dobbiamo vedere i
fatti". L'ambasciatore sottolinea come il Pakistan abbia avuto
un ruolo costruttivo nel favorire il dialogo, con l'obiettivo di
una "pace duratura. Il Pakistan pensa che tutte le parti debbano
essere rappresentate in un futuro governo, tutti i gruppi
etnici, così che ci sia una prospettiva di pace per gli afghani.
Ma sempre nel rispetto del principio di non interferenza".
Infine, un riferimento al colloquio telefonico odierno con il
leader di destra della Lega, Matteo Salvini: "Con il senatore
Salvini abbiamo avuto una discussione produttiva, ed eravamo già
stati in contatto in precedenza. Ha espresso il forte auspicio
che la situazione nella regione e tra Afghanistan e Pakistan si
muova verso la pace e la stabilità. Ci siamo trovati d'accordo
sul fatto che è molto importante che la comunità internazionale
resti impegnata in Afghanistan".
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