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In evidenza
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Erano stati convocati dal governo
regionale alle 7 del mattino alla Ciudad de las Artes di
Valencia dove la Protezione civile coordina l'intervento dei
soccorsi nelle zone colpite dalla catastrofe, ma a quell'ora
erano già in centinaia in fila, un'ora dopo sono divenuti
migliaia. Sono i volontari di ogni età accorsi dall'intera
regione e da molte parti della Spagna, divisi in interminabili
file, in disciplinata attesa di passare all'interno del
complesso dove i responsabili dell'organizzazione distribuiscono
magliette per l'identificazione, mascherine, guanti, pale,
spazzoloni e secchi a chi non ne è munito, per poi dividerli in
squadre di 50 persone. Le brigate, coordinate da un membro della
Protezione Civile, sono poi trasferite ai municipi da martedì in
ginocchio per la Dana più letale del secolo, come Sadavi,
Alfafar o Catarroja e che ha finora provocato almeno 202 morti
accertati. Portano taniche d'acqua e borse di viveri da
distribuire alle popolazioni colpite. I 50 autobus previsti
dalla Regione risultano subito insufficienti per la marea di
solidarietà accorsa a prestare aiuto. "Si tratta di coordinare
gli aiuti per non intralciare i lavori di squadre di emergenza,
esercito e protezione civile", spiega Miguel Salvador,
responsabile del coordinamento dell'amministrazione regionale.
In fila intere famiglie, con genitori e figli, come Luz Maria,
16 anni, assieme al papà Alfonso, di 52. Ma anche pensionati,
professionisti come Cristina Sanz, un medico di 34 anni, che
anche ieri con un gruppo di colleghi aveva scavato nel fango ad
Alfafar: "E' importante un minimo di coordinamento, altrimenti
rischiamo di alimentare il caos", dice. In processione almeno
sei o settemila angeli del fango, stimano i coordinatori.
Provengono da varie regioni di Spagna, ma ci sono anche turisti,
come Ingrid e Mark, una coppia di tedeschi, che non hanno voluto
rinunciare a dare il proprio contributo. "Abbiamo visto le
immagini di sofferenza della popolazione e non possiamo restare
con le mani in mano", spiegano. La Generalitat valenziana ha
limitato da oggi alla mezzanotte di domani la circolazione nei
comuni della cintura sud colpiti dalla catastrofe, per evitare
il collasso del traffico e consentire il passaggio dei mezzi di
emergenza e dell'esercito. Da stamattina, su richiesta del
governatore di Valencia Carlos Mazon, altri 1000 militari si
sono uniti ai 2.000 impegnati da ieri a scavare nel fango per
rimuovere le montagne di veicoli e detriti che bloccano interi
quartieri e nelle ricerche dei dispersi. Il ministero
dell'Interno ha mobilitato oltre 4.470 agenti di polizia e
guardia civile. I militari con i mezzi pesanti dell'Unità di
emergenze dell'esercito (Ume) hanno proseguito nella notte i
lavori per drenare l'acqua che invade centinaia di garage, alla
ricerca di eventuali vittime o dispersi.
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