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In evidenza
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"La crisi climatica corre, miete
danni in ogni angolo del pianeta e sempre più vittime a partire
dall'Europa. Il vecchio continente, secondo lo studio
Copernicus, si sta riscaldando quasi due volte più velocemente
rispetto al resto del mondo con un aumento delle temperature
pari a circa il doppio della media globale. Cosa vogliamo?
Giustizia Climatica. Quando la vogliamo? Ora". Con queste parole
da Roma, Milano, Napoli, Firenze, Padova, Ancona, Perugia e
tante altre città della Penisola centinaia di volontari e
volontarie di Legambiente questo week-end hanno lanciato in
contemporanea il loro Urlo per il clima indirizzato alla COP29
al via domani - dall'11 al 22 novembre - a Baku, in Azerbajan
dove i temi centrali saranno finanza climatica post 2025 e
taglio delle emissioni. "A Baku - spiega Giorgio Zampetti,
direttore generale di Legambiente - sarà fondamentale arrivare
ad un accordo finanziario ambizioso per avviare una nuova era
della finanza climatica che garantisca risorse finanziarie ai
Paesi poveri. In questa partita l'Europa può e deve giocare un
ruolo centrale attraverso una leadership forte e globale in
grado di costruire un ponte tra Paesi industrializzati,
emergenti ed in via di sviluppo cruciale per raggiungere un
accordo ambizioso finanza climatica post-2025 che avrà un ruolo
cruciale". "Nonostante la prevedibile inazione climatica della
nuova Amministrazione Trump negli Stati Uniti, - aggiunge Mauro
Albrizio, responsabile ufficio europeo di Legambiente e inviato
per l'associazione alla Cop29 - tutti i governi devono fare i
conti con la sempre più drammatica crisi climatica. Serve
un'immediata inversione di rotta, soprattutto nei Paesi
industrializzati ed emergenti". "Per quanto riguarda il sostegno
economico che i Paesi industrializzati devono garantire ai Paesi
poveri nel periodo 2020-2025 di almeno 100 miliardi di dollari
l'anno (e quindi per un totale di 600 miliardi) per contribuire
a ridurre le loro emissioni e adattarsi ai cambiamenti
climatica, serve ancora un ulteriore passo in avanti per
raggiungere i 600 miliardi promessi entro il 2025 e raddoppiare
i contributi per l'adattamento rispetto ai livelli del 2019
(almeno 40 miliardi di dollari l'anno), mantenendo fede
all'impegno sottoscritto a Glasgow tre anni fa".
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