Chissà se Matteo Renzi, come Barack Obama, guarda House of Cards, la serie tv sugli intrighi della politica di Washington, nata per Netflix e appena approdata anche in Italia, su Sky Atlantic. E se immagina di inserire, tra gli 'strumenti di formazione politica' per il suo Pd, anche le trame machiavelliche del protagonista Frank Underwood, un mefistofelico Kevin Spacey, il capo della maggioranza alla Camera dei rappresentanti che, perso il posto di segretario di Stato, ordisce un complotto contro il nuovo presidente.
"Dobbiamo individuare un numero fisso di persone da formare con strumenti tradizionali di formazione politica ma anche con le serie tv americane: so che qualcuno si mette mani nei capelli ma imparare anche un racconto è importante", ha proposto oggi il premier alla direzione del partito. E il racconto della politica è da sempre uno dei terreni più fecondi di ispirazione per i grandi serial Usa, che si sono spinti fino al cuore della Casa Bianca. Tra gli esempi più recenti c'è Scandal (su Rai3 e FoxLife), la cui protagonista bellissima e spietata (Kerry Washington) è ispirata al personaggio di Judy Smith, vice capo ufficio stampa di George W. Bush e portavoce di Monica Lewinsky nello scandalo Clinton. Ad entrare nei segreti dell'ala ovest della Casa Bianca, dove si trova lo Studio Ovale, ci aveva già pensato West Wing (Retequattro e Fox): in primo piano, le decisioni pubbliche e private del presidente Josiah "Jed" Bartlet (Martin Sheen) e del suo staff. Un filone sviluppato anche al femminile con Commander in chief, con Geena Davis vicepresidente che subentra al presidente repubblicano morto.
Il rapporto politica-giornalismo fa da sfondo a The Newsroom (in Italia ha debuttato su Rai3), che racconta il dietro le quinte di una rete all news, tra ricerca di obiettività, implicazioni personali, pressioni politiche; protagonista è Jeff Daniels nella parte dell'anchorman Will McAvoy. Intrighi e ricatti anche in The Good Wife (Rai2 e FoxLife), con Julianna Margulies alias Alicia Florrick, moglie del Procuratore di Stato condannato per corruzione a causa di uno scandalo sessuale.
Gli esempi si sprecano, anche di serie tv i cui sceneggiatori hanno in qualche modo 'sublimato' eventi come la guerra in Iraq o l'11 settembre. Merita una menzione il pluripremiato Homeland, spy thriller con Claire Danes e Damian Lewis: al centro, bugie, verità e rivelazioni che uniscono Nicholas Brody, ex prigioniero di guerra, tornato a casa da eroe ma legato ai terroristi, e l'agente della Cia Carrie Mathison (Danes). E c'è anche una serie che ha in qualche modo anticipato il Datagate: in Person of Interest (Top Crime) ogni cittadino è 'soggetto sotto indagine', ma senza prove sufficienti ad arrestarlo.
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