(di Marzia Apice) L'immortale solennità
del Mosè, che sovrasta e affascina con la sua imponenza; la
grazia elegante della Fede e della Carità, e poi la sacralità
della Madonna col Bambino, nello splendore candido e prezioso
del marmo che disegna espressioni, drappi e geometrie imponenti.
E' una rinascita che passa dalla luce quella della celebre Tomba
di Giulio II firmata da Michelangelo e custodita nella basilica
romana di San Pietro in Vincoli, monumento oggetto di un
importante progetto di illuminazione, manutenzione e restauro a
opera della Soprintendenza per il Colosseo e de Il Gioco del
Lotto - Lottomatica. Il nuovo impianto di illuminazione, grazie
al lavoro del maestro-artigiano Mario Nanni, riesce a ricreare
le medesime condizioni di luce su cui Michelangelo nel XVI
secolo si basò per la creazione della Tomba. Del resto l'artista
utilizzò la luce del sole come elemento strutturale delle
statue, per conferire vita ed emozione al marmo: dove batteva la
luce diretta (proveniente da una finestra oggi chiusa) usò la
tecnica a lustro (che rende le superfici riflettenti), per le
parti in ombra usò la pomice o la gradina per lasciarle opache.
Oggi l'illuminazione è tornata quella di un tempo, mediante
l'utilizzo di sofisticate tecniche informatiche e di lampade a
led di Viabizzuno che rendono una illuminazione quadro e una
simulazione dell'andamento della luce durante le ore del giorno.
A questo si è unito il lavoro del restauratore Antonio
Forcellino, che ha recuperato i colori del marmo di Carrara
scelto da Michelangelo, lasciando però la patina del tempo.
Frutto di un progetto lungo e complesso, iniziato già con un
grande restauro nel 1999, questa operazione di 'rinascita' è
stata rinnovata nel 2016, in quella che appare dopo 18 anni come
una sorta di 'adozione' del capolavoro michelangiolesco da parte
di Lottomatica, e che testimonia quanto cruciale sia per la
tutela e la valorizzazione dei beni culturali la partnership tra
pubblico e privato. Il restauro non solo è stato infatti
fondamentale per confermare l'autografia di Michelangelo del
Papa Giulio II della Rovere, della Vita attiva e della Vita
contemplativa (allegorie della Carità e Fede), ma ha determinato
anche una scoperta: è stata infatti individuata una fonte
iconografica per la Vita attiva, statua che è la riproduzione di
un affresco della Chiesa di S. Silvestro al Quirinale, firmato
da Antonello da Caravaggio e che raffigura la Maddalena. Segno
tangibile questo del legame tra Michelangelo e il gruppo degli
Spirituali, che all'epoca era impegnato a mediare tra le istanze
della Riforma e la Chiesa di Roma, e che si riuniva proprio a S.
Silvestro. "La collaborazione tra pubblico e privato è
fondamentale per valorizzare il patrimonio", dice all'ANSA il
soprintendente per il Colosseo Francesco Prosperetti, "il Comune
di Roma negli ultimi anni ha fatto molto per attirare mecenati
in città. E come in questo caso i monumenti vengono adottati, in
un progetto che prevede non solo il restauro, ma una cura
pluriennale". "La responsabilità sociale è per noi un valore
concreto", afferma Fabio Cairoli, presidente e ad di Lottomatica
Holding, "per questo nelle nostre attività c'è la valorizzazione
del patrimonio artistico italiano, un impegno fatto sempre con
passione, umiltà e con un approccio di lungo periodo".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA