"C' è un'intensa preparazione anche psicologica alla gara ma poi alla fine qualcosa sfugge alla mente. E' l'essere pilota: per loro una volta tirata giù la visiera del casco conta solo vincere": parla Arnaldo Antonelli, padre di Andrea il 25enne pilota umbro morto il 21 luglio 2013 a causa di un incidente in una gara di Supersport sul circuito di Mosca. Antonelli non giudica il contatto tra Valentino Rossi e Marc Marquez, ma rispondendo all'ANSA sottolinea che "l'errore" del "dottore" "è stato essersi girato e avere alzato il braccio verso lo spagnolo". Il papà dello sfortunato pilota è oggi impegnato con i giovani, come docente all'Università di Perugia e insegnante di educazione fisica alle medie, nonché futuro mental coach (forse proprio nel mondo del motociclismo).
Antonelli padre aveva seguito con particolare attenzione le fasi di concentrazione di Rossi in vista della gara di oggi. Postando anche alcuni fermo immagine della tv sul suo profilo Facebook. Poi l'incidente con Marquez. "Quando si abbassa la visiera -sottolinea - salta tutto quanto il pilota aveva previsto nella sua testa. In questo caso temo che Rossi sia caduto in quello che voleva lo spagnolo. Ho visto Marquez franare prima in curva, ho visto sorpassi all'esterno che per loro sono segno di sfida...". Però, sottolinea, "il motociclismo è questo".
"Con Andrea - dice ancora Antonelli - ho visto piloti rallentare a 300 kmh per farsi tamponare, li ho visti cercare di toccarsi il freno... cose che solo l'agonismo ti porta a fare". Antonelli oggi è tornato "per la prima volta" a seguire un gran premio di MotoGp sul divano di casa a Castiglione del Lago, dopo la morte del figlio. "Perché - ha spiegato - era lì che lo facevo con Andrea". Ora già pensa alla gara finale di Valencia. "Quello - ha detto - è un kartodromo dove la gente vede tutto e urla. Può essere una gara bellissima - ha concluso Arnaldo Antonelli - ma anche tanto pericolosa".