(dell'inviata Alessandra Rotili)
Dice che
l'Olimpiade coreana è metafora di vita e di sport. Di chi cade,
salta gli ostacoli, si rialza e ritrova quella sostenibile
leggerezza dell'essere per rimettersi sui pattini e sfidare
rivali che hanno la metà degli anni. Il quinto posto a
PyeongChang per Carolina Kostner è molto più di un numero, di un
posto in classifica: è la prova che anche contro le aspettative
ce la si può fare, rimanendo attaccata al treno delle grandi,
anche se queste sono la next generation di quindicenni che ora
si prende il podio. L'esibizione di Carolina sul ghiaccio della
Ice Arena però non si può certo dire sia stata da applausi: ma
nonostante tutto è riuscita a recuperare una posizione dopo il
sesto ottenuto nel corto.
"La crescita interiore non si ferma al risultato - dice la
Kostner sempre più in modalità zen - alla gara che è una
fotografia di 4'. Per me questa Olimpiade è molto di più, è
metafora di sport e di vita: il punto non è inseguire la
perfezione per trovarla, ma scoprire i propri limiti, rialzarsi
quando si cade, saltare sopra gli ostacoli. Due anni fa sono
ripartita da zero e non sapevo se sarei tornata a trovare le
sensazioni giuste sui pattini. Sono migliorata da tutti i punti
di vista, nello sport e nella vita".
Il suo programma libero dopo il lutz di avvio ben eseguito,
inciampa sulla prima combinazione con triplo flip con mani a
terra e il triplo toeloop a seguire che salta. Il resto va,
senza acuti, ma nemmeno cadute: e riesce alla fine a infilarsi
tra le due giapponesi con il suo 212.44 alle spalle di Satoko
Miyahara, e davanti a Kaori Sakamoto. Il podio, il terzo posto
della canadese Osmond, però dista quasi venti punti. Le russe
Alina Zagitova e Evgenia Medvedeva hanno fatto gara a sé. La
prima ha solo 15 anni. "Non è nulla di nuovo, anche in passato
hanno vinto a questa età - dice la regina azzurra dei pattini -
complimenti a queste ragazze, sono orgogliosa di farne parte e
condividere la competitività". Carolina è tornata dopo il buio
della squalifica per complicità all'ex fidanzato Alex Schwazer e
la brutta vicenda di doping che ancora vive strascichi e
polemiche: "Mi auguro che il mio cammino sia di esempio, di
ispirazione e speranza per tutti quelli che cercano la forza per
rialzarsi. Io posso dire che ne vale assolutamente la pena. Io
ho avuto intorno delle leggende di questo sport che hanno
creduto in me e mi hanno incoraggiato".
Per questo la fine delle Olimpiadi non segna l'addio alla
carriera, almeno non ora: "Era conclusa? E perché mai, ho i
mondiali in Italia e voglio vivermi questa bella esperienza. Le
decisioni non si prendono mai a caldo. Isolde (Kostner ndr) mi
ha sempre detto 'sentirai quando è il momento di smettere' e io
non l'ho ancora sentito. Poi spero di riuscire a trasmettere
tutta l'esperienza accumulata in questi anni e col tempo poi
troverò la mia strada". Ora c'è da cucirsi addosso questi
Giochi, in cui confermare il bronzo di quattro anni fa si sapeva
era missione praticamente impossibile. Ma a Carolina, dice,
interessava altro: dimostrare che se cadi ti puoi
rialzare.
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