Jon Rahm è inarrestabile. Quarta
vittoria nelle ultime sei gare giocate per lo spagnolo che in
California, con un totale di 261 (64 64 65 68, -27) colpi, ha
fatto ancora suo il The American Express già conquistato nel
2018. Un successo, quello arrivato a La Quinta, che gli ha
permesso di festeggiare la nona impresa (cifra comprensiva di un
Major, lo US Open) in carriera, in 134 apparizioni, sul PGA
Tour. Il 28enne basco ha emulato così il suo idolo,
l'indimenticato Severiano Ballesteros. Ma non solo: per la prima
volta è salito al vertice della classifica della FedEx Cup ma
non di quella mondiale dove è passato dalla quarta alla terza
posizione. Dopo quello al Sentry Tournament of Champions, alle
Hawaii, per Rahm è arrivata la seconda gemma del 2023. In sole
due gare giocate del nuovo anno, il golfista di Barrika ha già
incassato 4.140.000 milioni di dollari. Perché se nella contea
di Maui l'exploit gli ha fruttato 2.700.000, quello in
California gliene ha fatti guadagnare 1.440.000. Campione anche
d'incassi, è il giocatore più forte e in forma del momento. Una
risorsa importante, fondamentale, per il team Europe che, dal
prossimo 29 settembre all'1 ottobre a Roma affronterà gli Usa
nella 44esima edizione della Ryder Cup. "Tutto quello che posso
dire è che sono felicissimo, per come sto giocando e per quanto
sto vincendo. E' vero che ho gli stessi titoli di Ballesteros
sul PGA Tour, ma lui vinse cinque Major, tra cui tre volte il
The Masters e due il The Open. Mentre io attualmente ho
conquistato un solo evento del Grande Slam. Ribadisco che se
gioco a golf il merito è di Ballesteros. Non solo per
l'ammirazione che ho per lui ma perché mio padre si è
appassionato a questo sport dopo la Ryder Cup del 1997 a
Valderrama in cui Seve era il capitano del Vecchio Continente",
la soddisfazione di Rahm. Che a La Quinta ha superato di un
colpo l'americano Davis Thompson, 2/o con 262 (-26) davanti ai
suoi connazionali Xander Schauffele - medaglia d'oro ai Giochi
di Tokyo e protagonista nell'ultimo round di un parziale in 62
(-10), frutto di un albatross e sette birdie - e Chris Kirk,
entrambi 3/i con 263 (-25). Che rimpianti per Scottie Scheffler.
Lo statunitense ha chiuso la competizione all'11/o posto con 266
(-22) e, all'ultima buca del torneo ha fallito il 'putt' per il
birdie che gli avrebbe permesso di tornare al primo posto nel
world ranking. Ancora un'opportunità mancata per Scheffler che
non è riuscito ad approfittare dell'assenza del nordirlandese
Rory Mcllroy che resta così il numero 1.
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