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Più di 3 ore con i giornalisti, alla fine il pit-stop

Più di 3 ore con i giornalisti, alla fine il pit-stop

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04 gennaio 2024, 19:30

di Milena Di Mauro

 "Signori devo andare in bagno, non so come fare, giuro vorrei farcela per altre tre domande ...Posso un secondo? Che devo fare, scusatemi". E' prima della quarantesima domanda e dopo 3 ore di conferenza stampa che la premier Giorgia Meloni con candore cede. E a piccoli passetti veloci, scortata dal portavoce Fabrizio Alfano, si allontana per un pit stop. I giornalisti sanno che la cifra della premier è anche questo. Spontaneità. La stessa carpita nel fuorionda a Vilnius, dopo il vertice Nato in Lituania, quando la Meloni non nascose il suo tormento per i tacchi alti. "Mi fanno malissimo i piedi", tagliò corto con i giornalisti.
"Mi aspetto rispetto e non sconti", esordisce oggi la premier scusandosi per aver rinviato due volte la conferenza. Per l'influenza e gli otoliti, come tutti ormai sanno. "Non certo per scappare dalle domande dei giornalisti, non sono una abituata a scappare", mette in chiaro prima della lunga sequela di domande. Dal Mes alle commesse Anas, dal presidenzialismo alla manovra e alle europee, da Draghi e Amato all'Ucraina e al Medio Oriente fino a Beniamino Zuncheddu, caso di ingiusta detenzione. Siamo alla trentaseiesima domanda. "Stò a morì" , capitola qui la Meloni e poi si scusa. "Non ce l'avevo con lei" sorride al giornalista che aspetta di chiederle delle pensioni.
Le piace ancora, e si capisce, quel suo ruolo da underdog, la sfavorita che ha sbaragliato ogni pronostico diventando la prima premier donna italiana senza perdere il contatto con la gente. E anzi sentendosi uguale in tutto e per tutto - anche nell'intrattenibile bisogno di fare una pipì - a chiunque altro.
Tra i momenti più belli di questo suo primo anno di governo la Meloni cita infatti i bagni di folla in giro per il mondo o per l'Italia: "quando la gente capisce che ce la stai mettendo tutta. Ecco, quella per me è l'unica benzina possibile. Stare in mezzo alla gente mi rende contenta".
Di momenti poi nell'anno ce ne sono stati anche di difficili.
E tutti colgono la ferma intenzione della premier di elencare solo quelli "professionali". Come lo straziante omaggio ai 94 naufraghi a Cutro. Personale è invece l'ennesima dichiarazione d'amore alla figlia Ginevra, incastonata in una riflessione su maternità e carriera per le donne. "Posso dire che da Presidente del consiglio sono la donna considerata fra le più affermate in Italia. Ma se mi si chiedesse cosa scegliere fra il ruolo di premier e mia figlia Ginevra non avrei dubbi, come qualsiasi altra madre. Perché la maternità dà qualcosa che nient'altro può regalare. Un traguardo che però non può togliere opportunità".
Sempre di famiglia parla la Meloni, ma stavolta il tono è piccato, quando sbotta: "Questa accusa di familismo comincia a stufarmi. Nell'attuale legislatura ci sono due coppie di coniugi entrambe a sinistra Pd e sinistra Italiana. E non c'è mai stata, come è giusto, un'accusa di familismo. Si sa che quando dedichi tanto tempo alla politica le persone diventano amici, mogli, mariti. Ma questo non toglie valore alla militanza". E quindi basta con le polemiche su Arianna: "Mia sorella è da 30 anni militante di Fdi, forse la dovevo mettere in una partecipata statale come fanno gli altri, l'ho messa a lavorare al partito mio". 

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