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"Cara signora, possibile che lei sia tormentata solo dal pensiero dei bambini ebrei?". Le parole dell'ex diplomatica italiana, Elena Basile, nei confronti di Liliana Segre finiscono in tribunale. Il figlio della senatrice a vita, infatti, ha annunciato una querela parlando di "affermazioni diffamatorie ed ingiuriose". La diretta interessata, dal canto suo prima respinge le accuse ("Le denunce e le querele alimentano il clima d'odio e di antisemitismo") e poi fa parziale marcia indietro porgendo le "scuse" alla sopravvissuta all'Olocausto. Basile si difende dicendo di essere "stata tratta in inganno da una intervista letta forse superficialmente". "Mi allarma avere ferito con un paragone inappropriato la senatrice, per la quale ho sempre avuto stima per la sua opera di testimonianza dell'esperienza atroce che ha vissuto - scrive -. Sarei sconvolta al pensiero di averle arrecato dolore. In effetti ha dichiarato in molte occasioni che era triste per la morte dei bambini ebrei e dei bambini palestinesi".
A scatenare le polemiche è stato un video che l'ex diplomatica - che sui suoi social si definisce 'ambasciatrice', 'scrittrice' e 'commentatrice di politica internazionale' - ha pubblicato alcuni giorni fa. Prendendo spunto da un'intervista di Liliana Segre, in cui esprimeva il proprio dolore per i bambini ebrei morti nell'attacco del 7 ottobre, Basile si rivolgeva direttamente alla senatrice a vita chiedendole provocatoriamente se non fosse colpita anche dalla sorte dei bambini di Gaza. "I bambini palestinesi non la toccano?", erano state le sue parole. A far discutere è anche un passaggio in cui Basile parla dei nazisti. "Sa che i tedeschi erano molto buoni con i bambini nazisti? - afferma -. Anche loro avevano una morale che si rivolgeva ai tedeschi, agli ariani, ai bianchi. Non sentivano nulla per la morte degli ebrei. Lei vuole imitarli? Sente qualcosa solo per la morte degli ebrei ma non per gli altri?".
E infine l'invito a "condannare" Israele e "riconoscere lo Stato di Palestina". Parole controverse che hanno portato il figlio di Liliana Segre, Luciano Belli Paci, a inviare una mail di protesta all'ex diplomatica, che però ha replicato con due lettere definite "vergognose" nelle quali "dà la colpa ai giornali che hanno travisato". È lei stessa a ribadire il concetto quando, sul canale Telegram, afferma di essere vittima del "linciaggio da parte di una stampa che si dice progressista e tollerante". Rilancia l'appello alla senatrice, e al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a "condannare un governo di Israele che si sta rendendo colpevole di crimini di guerra". "Mi piacerebbe davvero incontrarla, e ho un grande rispetto per lei, veramente. Lo dico con sincerità", chiosa l'ex diplomatica che già in passato aveva fatto parlare di sé per gli scontri televisivi o sulla carta stampata. In uno degli ultimi video rilanciati sui social, per esempio, si rivolgeva al ministro della Difesa, Guido Crosetto, spiegando che la tensione nel Mar Rosso era stata inasprita dai bombardamenti angloamericani sugli Houthi. Le dichiarazioni di Elena Basile, che il console di Israele per Toscana, Emilia Romagna e Lombardia Marco Carrai definisce "sedicente ambasciatrice", finiscono anche nell'aula del Senato, dove ricevono non solo la condanna del presidente, Ignazio La Russa, ma di tutti gli schieramenti politici che si alzano in piedi per omaggiare la sopravvissuta all'orrore dell'Olocausto. La stessa commissione parlamentare contro l'antisemitismo, di cui è presidente proprio Segre, ha espresso "incredulità e indignazione" per le "assurde falsità proposte dall'ex funzionaria della Farnesina".
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