Dalla fine del mese di ottobre la
provincia di Prato è continuativamente al vertice della
classifica toscana del rapporto quotidiano fra i contagiati da
Covid 19 e la popolazione residente. Un trend consolidato che
sostituisce il 'primato' delle province di Massa Carrara e Lucca
in occasione della prima ondata. "Osservando il dato
epidemiologico siamo convinti che il virus si stia sviluppando
maggiormente a Prato perché è la zona più densamente abitata
della Toscana, oltre che quella dove si sviluppa una dose
massiccia di fabbriche", spiega il direttore del dipartimento di
Prevenzione dell'Asl Toscana Centro, Renzo Berti.
"Una volta che il virus ha preso forza - prosegue Berti -
si è espanso con questo schema. Osserviamo infatti come nella
nostra regione, in questa fase, il contagio risulti più robusto
nei grandi agglomerati come Firenze e Prato e si sviluppi poi
sostanzialmente lungo le rive dell'Arno". Tuttavia, mentre il
territorio provinciale fiorentino si estende anche in zone non
densamente abitate, quello pratese conosce una conurbazione
senza soluzione di continuità, dalla piana fiorentina sino a
Vernio. Il dato dei postivi al Coronavirs in questa zona è
costantemente vicino ai 2mila casi su 100 mila residenti, mentre
la media toscana si aggira sui 1,5 mila casi ogni 100 mila
abitanti. Il quoziente, secondo l'Asl, non sarebbe dunque frutto
di indagini epidemiologiche svolte in maniera differente,
tantomeno dipenderebbe dal numero di tamponi effettuati. Tra i
nuovi contagiati della seconda ondata ci sono anche orientali ma
specifica Berti, 'è un numero davvero esiguo di persone della
comunità cinese di Prato", che pare non essere interessata dal
fenomeno in maniera significativa. "Nei giorni scorsi - aggiunge
comunque Berti - abbiamo incontrato il console cinese a cui
abbiamo chiesto collaborazione per comprendere meglio alcune
dinamiche che osserviamo nella loro comunità: ci sono stati
forniti mediatori e garanzie di cooperazione".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA