La genovese Tankoa Yachts è
pronta ad acquisire i Cantieri di Pisa. "L'obiettivo è far
crescere Tankoa, costruendo qualche unità a Pisa, visto che a
Genova c'è posto solo per realizzarne due alla volta, e far
ripartire il marchio Cantieri di Pisa, che è un bel marchio,
ritirarlo su come avevo fatto per Benetti quando lavoravo per
Vitelli in Azimut Benetti" spiega l'ad Tankoa Yachts, Vincenzo
Poerio. I due marchi resterebbero separati e si allargherebbe la
gamma dell'offerta nei maxiyacht: Tankoa barche sopra i 45 metri
e Cantieri di Pisa fra i 30 e i 45 metri. "A Genova abbiamo un
cantiere piccolo, bene organizzato, ma stretto fra Fincantieri e
alcuni riparatori di piccole barche. Per crescere abbiamo
iniziato a guardare all'area del distretto toscano e ho trovato
Cantieri di Pisa" racconta Poerio. La due diligence è in corso,
con l'obiettivo di chiudere entro maggio. Tankoa mette sul
piatto 15 milioni di investimento, fra acquisizione,
ristrutturazione del cantiere, prodotto e processi. "Ma ci sono
due fronti ancora aperti con le autorità - sottolinea l'ad -: le
strutture sono fatiscenti, quindi bisogna investire su nuove
strutture, e le concessioni. Ci hanno dato un subentro per 20
anni più 15, ma i costi di una concessione in quest'area sono
molto più alti che altrove, una disparità che incide sulla
competitività". Se l'operazione andrà in porto, la base resterà
a Genova, dove si costruiranno anche gli yacht più grandi di
Tankoa Yachts. "L'obiettivo non è spostare Tankoa. Ma se fra 5
anni ci renderemo conto che per ottimizzare sarà meglio
trasferire tutto a Pisa lo faremo. A meno che non arrivino
risposte per crescere qui: se potessimo accordarci con
Fincantieri per uno spazio di 7 mila metri quadri basterebbe.
Potremmo ampliarci dove abbiamo strutturato la nostra azienda e
sviluppare a Pisa l'altro marchio: due aree distinte e due brand
non in sovrapposizione ma complementari". La scelta di investire
arriva nonostante un anno non facile. "La produzione si è un po'
frenata e chiudiamo in perdita, seppure di poco, un milione e
qualcosa, ma contrariamente alle cose che sento dire, penso che
anche quando si va male bisogna investire per andare bene".
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