C'è anche il capo di gabinetto del presidente della Regione Toscana, Ledo Gori, tra gli indagati nell'inchiesta della Dda di Firenze su presunti reati ambientali, nella quale sono indagati anche imprenditori considerati contigui alle cosce di 'ndrangheta, e che oggi ha portato a sei arresti.
A Gori viene contestato il reato di corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio.
Per la procura, Gori si sarebbe reso disponibile a soddisfare le richieste del gruppo criminale, composto tra l'altro dai vertici dell'Associazione conciatori di Santa Croce sull'Arno, in cambio dell'impegno da parte degli imprenditori di chiedere esplicitamente al candidato a presidente della Regione Eugenio Giani - estraneo alle indagini -, e poi allo stesso Giani come presidente eletto, di confermarlo nel suo incarico come capo di gabinetto.
Nell'inchiesta Gori non è accusato del reato di associazione per delinquere. Sempre nell'inchiesta risulta indagato, tra gli altri, il consigliere del Pd Andrea Pieroni, accusato sempre di corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio Edo Bernini. Nell'ambito delle stesse indagini stamattina sono finiti agli arresti domiciliari Alessandro Francioni, presidente dell'associazione Conciatori e membro del cda di Aquarno, il direttore dell'associazione conciatori Aldo Gliozzi, il suo predecessore Piero Maccanti, Manuel Lerose, dipendente della Lerose srl e gestore di un impianto di riciclaggio inerti a Bucine (Arezzo) e Annamaria Faragò, ritenuta responsabile della gestione amministrativa di tutte le aziende facenti capo all'imprenditore Francesco Lerose, quest'ultimo destinatario degli arresti in carcere. Secondo quanto accertato dagli investigatori tra l'altro, in una cena del marzo del 2020, nel corso della campagna elettorale, e in successive visite elettorali nel comparto conciario, Maccanti e Gliozzi avrebbero chiesto al candidato a presidente della Regione Eugenio Giani di confermare Ledo Gori nell'incarico di capo di gabinetto, facendo capire al candidato, sostiene sempre l'accusa, che questa sarebbe stata condizione essenziale per avere il sostegno degli imprenditori pisani del settore conciario nella corsa elettorale. Perquisizioni dei carabinieri ci sono state stamani negli uffici della Regione Toscana, nell'ambito dell'inchiesta della Dda di Firenze che ipotizza un'associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati ambientali - fra cui traffico illecito di rifiuti e inquinamento - e che ha portato all'arresto di sei persone (19 gli indagati totali) dopo indagini dei Carabinieri Forestali, del Noe e della sezione di Pg dell'Arma presso la procura di Firenze. Le indagini avrebbero svelato connessioni tra imprenditori conciari del Pisano ed esponenti della 'ndrangheta infiltrata in Toscana. Secondo quanto appreso, i militari hanno perquisito gli uffici di Ledo Gori, capo di gabinetto della Presidenza della Regione. Gori è accusato di corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio. Carabinieri anche negli uffici del direttore del settore Ambiente e energia della Regione Edo Bernini, indagato per abuso d'ufficio, e del consigliere regionale del Pd Andrea Pieroni a cui viene contestata la corruzione.
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