Avrebbero rimosso la saracinesca protettiva al macchinario nel quale è rimasta stritolata Luana D'Orazio, la 22enne morta nell'azienda tessile di Oste di Montemurlo (Prato) dove lavorava. Per questo la titolare della azienda e l'addetto alla manutenzione dell'orditoio sono indagati, oltre che per omicidio colposo, anche per il reato di "rimozione o omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro".
"Il dramma che stiamo vivendo ci colpisce profondamente e di fronte a tutto questo è difficile trovare le parole, ma voglio far sapere che intendo esprimere il mio dolore attraverso l'impegno per la famiglia di Luana ed il suo piccolo. ;Impegno che voglio tradurre in atti concreti da subito in ogni contesto e sede. ;Non mi sottrarrò ai miei doveri né al confronto nelle sedi appropriate anche per capire come possa essere avvenuto questo dramma". Così Luana Coppini, titolare dell'azienda dove è morta Luana D'Orazio. "Alle macchine lavoro anch'io", mio figlio e mio marito": è quindi "la solidarietà anche di una compagna di lavoro".